Nonostante l’assenza di liste con altri candidati, l’esito elettorale a Canale Monterano era tutt’altro che scontato. Un’eventuale scarsa partecipazione alle urne avrebbe imposto il commissariamento. I cittadini però, considerata l’alta percentuale di affluenza dei votanti, erano evidentemente convinti che Alessandro Bettarelli e il suo “Progetto Locale” meritavano ancora la fiducia di chi ha lavorato bene per il paese nel primo mandato. Un’amministrazione improntata all’oculatezza, alla sobrietà, al rispetto delle tradizioni e dell’ambiente, che è riuscita a mantenere Canale al passo con i tempi seppur rimanendo fortemente ispirata alla piccola comunità rurale sorta ormai quasi 1500 anni fa. Un paese che fa respirare il senso di famiglia, stessa atmosfera respirata incontrando il sindaco Bettarelli quando gli abbiamo rivolto qualche domanda.
Lei si è presentato alle amministrative cinque anni fa con il gruppo “Progetto Locale”. L’evento epocale della pandemia immagino abbia stravolto quel “Progetto”, imponendone uno nuovo per la nostra comunità. Qual è dunque il nuovo progetto e come pensa di realizzarlo?
«È una domanda difficile, perché i fondamenti di “Progetto Locale” rimangono quelli e sono principalmente la cura del territorio, vista in una prospettiva di sviluppo del tessuto imprenditoriale locale, la comunità al centro, rispetto dell’ambiente e qualità della vita. Rimangono fermi questi capisaldi che ovviamente in relazione a quello che è successo a partire da febbraio-marzo 2020 vengono un po’ rimodulati. Possiamo senza dubbio dire però che la fase più emergenziale sembra essere passata, quindi possiamo improntare il lavoro in una prospettiva di normalizzazione».
Nessuna amministrazione potrà mai dirsi buona senza la compartecipazione attiva dei cittadini. Cosa chiede ai suoi concittadini?
«Ai cittadini chiedo semplicemente di continuare a fare i cittadini come l’hanno fatto finora. A Canale i nostri concittadini sono abituati a fare gruppo, associazione e a lavorare insieme. L’importante è che le persone che sono già attive sul territorio, e coloro che arrivano a Canale (ricordiamo che il nostro paese è cresciuto molto nell’ultimo quinquennio a livello di popolazione, nda) siano consapevoli che non arrivano in un paese-dormitorio o in una borgata della città, ma che arrivano in un piccolo centro con una grande comunità dotata di forte spirito di gruppo. È chiesto soltanto questo dunque: familiarizzare con lo spirito del paese, rispettare le norme e provare, prima che a criticare, a dare una mano».
Una nuova amministrazione fatta da persone di esperienza ma anche da giovani. Quanta e quale sarà l’attenzione per i giovani a Canale?
«È un bel tema questo. Noi proviamo ad attenzionare i giovani su tutta una serie di tematiche che vanno dallo sport, alla scuola, al sociale. In alcune situazioni ci riusciamo, anche aiutati da istituzioni come per esempio la scuola, in altre invece collaboriamo con associazioni che operano sul territorio. Sul fronte della crescita dei giovani dobbiamo però essere aiutati dalle famiglie. La famiglia deve spingere i ragazzi a entrare in contatto con la comunità e dunque anche con l’amministrazione, che dal canto suo si mette a disposizione sempre e in ausilio agli altri attori che lavorano sul territorio».
Quando il cittadino, e il territorio dove esso vive e lavora, restano al centro degli intenti amministrativi, non può che prospettarsi una vivibilità e una tranquillità che di questi tempi sono la vera opulenza da rivendicare con orgoglio.
Ludovica Di Pietrantonio