“A volte fare la cosa giusta può sembrare impopolare. Ciò non significa che non vada fatta lo stesso e senza tentennamenti. È stato così, nonostante chi ce lo sconsigliava, quando abbiamo istituito il Registro delle Unioni Civili; quando abbiamodato la Cittadinanza onoraria ai bambini nati in Italia da genitori stranieri; o quando abbiamo ospitato 8 ragazzi africani rifugiati in Italia grazie al progetto Sprar.
Ragazzi che hanno rischiato la vita nei barconi del Mediterraneo, spesso assistendo alla morte dei loro cari. La sera del loro arrivo a Cerveteri li abbiamo accolti facendoli salire sul palco della nostra città, di fronte a migliaia di nostri concittadini. Sono stati applauditi, salutati e accolti con calore. Magari davvero, per un attimo, siamo riusciti a farli sentire un po’ a casa.Qualcuno quella sera mi diceva di non farli vedere, di tenerli nascosti, spiegandomi che la gente si sarebbe arrabbiata. Ma è successo l’esatto opposto: gli applausi della gente di Cerveteri sono stati il più caldo e spontaneo saluto di benvenuto. Non appena scesi dal palco, uno dei ragazzi mi ha detto “grazie” in un italiano un po’ stentato. È stata un’emozione, che non dimenticherò mai.
Nessuno potrà mai negarlo: Cerveteri è una città solidale. I nostri cittadini dimostrano ogni giorno di voler aiutare il prossimo. Lo fanno partecipando ogni mese alle raccolte alimentari organizzate dai volontari del Centro Solidarietà Cerveteri, o donando il 5 x 1000 ai Servizi Sociali della nostra città, o spesso anche semplicemente domandando se possono essere utili in qualche modo.
Le battaglie per i diritti sono quelle che definiscono la cultura e l’identità di un popolo. Oggi la nostra Amministrazione ha colto lo spunto di “Miseria Ladra” (campagna di Libera) e “Gruppo Abele” per garantire dei diritti alle persone senza-tetto. Con altre associazioni, inoltre, stiamo lavorando per istituire la Consulta delle Comunità straniere e dare loro una rappresentanza nel Consiglio comunale di Cerveteri.
Quando si fa una scelta, certo, può esserci qualcuno che non la condivide. E spesso c’è qualche “politicante” che vuole strumentalizzarla per i propri fini. Quando leggo iniziative di solidarietà dedicate ai “soli italiani”, mi chiedo che razza di solidarietà sia questa, e non posso non ritornare con la mente al periodo più cupo e violento della nostra storia. Quando abbiamo affisso stelle gialle sui vestiti delle persone e messo loro sui treni che li avrebbero portati via per sempre.
Senza dubbio la crisi, le difficoltà economiche di questo periodo e la fortissima disoccupazione rischiano di indurire il cuore di ognuno di noi. Ed è umano che, nella disperazione, il pericolo sia quello di diventare intolleranti. Sentiamo dire ogni giorno frasi come “ci tolgono i diritti”, “ci prendono il lavoro”, “riempiranno le nostre strade di delinquenza”. Eppure nei mesi in cui quegli 8 ragazzi africani sono stati ospiti a Cerveteri non è avvenuto nulla di tutto questo. Si tratta forse di un’eccezione?Oppure l’errore sta nella paura generalizzata del diverso? La verità è che durante la loro permanenza il Ministero ha pagato tutte le spese senza che il nostro Comune dovesse spendere un euro e con i fondi del progetto è stato possibile affittare due appartamenti a Cerenova e dare lavoro a due nostri concittadini. Quindi, se tirassimo delle somme, il risultato sarebbe positivo anche sul piano economico, oltre che eccezionale ed inestimabile e sul piano morale e umano.
Sono fermamente convinto che lo Stato debba garantire le giuste risorse economiche ai Comuni che affrontano l’accoglienza. Perché i Comuni da soli non possono farcela. È un periodo molto duro: tutti i giorni nel mio ufficio vengono persone che chiedono aiuto, che cercano lavoro, che non sanno come arrivare a fine mese. Ma questa crisi non ci deve maifar dimenticare i nostri valori e la nostra cultura. E nella nostra Cerveteri, come ogni giorno, continueremo a lottare perché non si lasci indietro nessuno. Indipendentemente dal colore della pelle, dalla religione, dal genere, dagli ideali politici. Saremo pronti ad aiutare tutti, sempre! E aiuteremo anche a comprendere quelli che oggi hanno paura, affinché la paura sia vinta. Continueremo però a diffidare di coloro che sulla paura vogliono costruire un consenso elettorale.Cerveteri è una città che ha già dimostrato di saper accogliere. E continuerà a farlo.”
Alessio Pascucci, Sindaco di Cerveteri