18 Luglio, 2024
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A Oriolo è nata l’associazione “Amici di Changiz”

Nel ricordo di Changiz Davarpenah, la neonata associazione che si onora di portare il suo nome ha inaugurato la “casa della solidarietà”, un’abitazione di via Borgo Garibaldi che ospita una famiglia proveniente dalla Guinea. Sulla targa posta sopra la porta d’ingresso si può leggere “Accoglie con amore quanti, fuggendo da guerre e sopraffazione, sperano in un approdo amico in terre di pace dove vivere e crescere i propri figli”.
Presenti alla cerimonia, gli artefici della nascita dell’associazione Domenica “Minuccia” De Luca, Giuseppe Gasperini e Antonio Valentini, oltre al primo cittadino Emanuele Rallo, al parroco don Giorgio Pollegioni, a una rappresentanza del gruppo comunale della Protezione Civile e dell’Arci di Viterbo, alcuni docenti universitari e diverse autorità locali.
Chi era Changiz Davarpenah? Tratteggia il profilo umano e sociale la moglie Minuccia.
«Changiz è stato un militante dei diritti civili, un uomo che ha sempre lottato contro ogni forma di discriminazione e che è stato costretto ad abbandonare l’Iran, gli affetti più cari, le speranze».


Tutto è poi cambiato in Italia.
«Nel nostro Paese ha trovato condizioni politiche e sociali molto vicine alla sua natura, terreno fertile per coltivare le proprie aspirazioni e poi condivisione, amicizia, stima. Riconosciuto dalle Nazioni Unite rifugiato politico, Changiz ha avuto anche l’opportunità di insegnare la lingua e la cultura della sua terra nelle aule dell’università “La Sapienza”».
Di cos’altro si interessava?
«La sua sete di sapere lo ha portato a occuparsi anche di altri temi, che spaziavano dal cinema al teatro, dalla musica alla poesia, dalla letteratura agli scacchi. Il suo vasto e prezioso patrimonio letterario (migliaia di libri in lingua persiana, ndr) e cinematografico è stato donato all’ateneo romano e alla biblioteca di Oriolo».
Qual è il ricordo di Changiz che porterete nel cuore?
«Intanto, grazie all’associazione e alle attività che presto verranno avviate, tra le quali una fattoria didattica e solidale, il suo nome resterà sempre vivo in noi, così come l’intelligenza, la modestia, la discrezione e la tolleranza con cui Changiz ha attraversato le nostre vite».
Dario Calvaresi

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