Un primo Maggio che ricorda le battaglie operaie, le lotte per ottenere diritti nell’ambito lavorativo, le conquiste sociali e politiche delle donne.
La prima legge che cercava di racchiudere giuridicamente queste legittime richieste fu approvata per la prima volta nel 1866 nell’Illinois negli USA.
In Italia è simbolo dell’impegno del movimento sindacale e dei traguardi raggiunti sia in campo economico che sociale dalla classe lavoratrice. Venne soppressa sotto il ventennio fascista ma subito ripristinata nel secondo dopoguerra.
Ad oggi viene ricordata nella maggior parte dei paesi europei e non solo. In Cina, per esempio, il I Maggio rappresenta non un giorno bensì un periodo di festeggiamenti: vengono chiusi uffici e fabbriche, proprio in virtù di una vera e propria festa dei lavoratori.
In Francia una solenne sfilata dei sindacati riempie le strade delle grandi città.
Solo dal 2006 invece viene festeggiato negli USA, ma con toni diversi: non viene considerata una giornata dedicata al lavoro, bensì una giornata di mobilitazione di massa contro le politiche dei governi nei confronti degli immigrati, una ricorrenza diventata simbolo della lotta per i diritti degli immigrati.
In Finlandia è conosciuto come “Vappu” ed è tradizione indossare un cappello bianco con visiera nera, tipico dei diplomati liceali. Una giornata che celebra sia i lavoratori che gli studenti con uno dei più grandi picnic comuni del mondo.
Ma tornando a noi, una ricorrenza che ha il sapore di battaglie e di ricordi protagonisti dei diritti e dei doveri tanto auspicati, una giornata capace di far riemergere una legittima volontà di agire e di farlo nella speranza di una sempre più grande società equa e giusta.
Benedetta Onori