23 Dicembre, 2024
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“Ragazze con la Valigia”, hashtag per la la “MovidaBuena” di Roma

Sono le Ragazze con la Valigia, si chiamano Sara De Bellis e Valentina Tiraboschi, la Radio è New Sound Level 90FM, il programma si chiama Fuori Rotta. Amano Roma e la #MovidaBuena; vogliono proporre soluzioni concrete attraverso la voce dei grandi protagonisti della notte e che Roma torni ad essere una Grande Capitale, aperta al divertimento e sicura a tutte le ore, in tutti i quartieri.
Era il gennaio del 2009 quando fu emanata la prima e propria ordinanza “anti movida”, che prevedeva il divieto di vendita di alcolici nei quartieri di Campo de Fiori, Testaccio e Trastevere, cominciando a dare alla parola Movida un’accezione che per natura non gli appartiene. A ogni stagione la questione si riaccende e la politica risponde allo stesso modo. Tredici anni dopo, una nuova ordinanza prosegue sulla scia ininterrotta di provvedimenti tesi a scoraggiare fenomeni di intemperanza o violenza legati alla cosiddetta mala-movida continuando ad affrontare la questione solo come un problema di ordine pubblico e di decoro, mai come un’opportunità.
Le Ragazze con la Valigia, cavalcando le onde radiofoniche di FuoriRotta – on air ogni mercoledì e venerdì sui 90FM dalle 19 alle 20 – decidono così, attraverso il lancio dell’hashtag #movidabuena, di portare alla luce il problema attraverso le dichiarazioni e le analisi sul tema espresse dei Grandi Protagonisti della Notte, dedicando all’annosa questione romana, una puntata tematica a settimana per cercare di diffondere i luoghi e il concetto di una “MovidaBuena” con il supporto mediatico di Radio New Sound Level e MangiaeBevi.it.
Riportiamo le parole di Massimo D’Addezio, Bartender di caratura mondiale ospite ai microfoni di FuoriRotta mercoledì 16 febbraio 2022 e intervistato sulla questione:
Era il 1996/97 ed erano gli anni della Movida Bella di Roma: i primi cocktail bar fuori dagli alberghi che cominciavano a creare un movimento di persone che uscivano, si divertivano in maniera sana, in tutte le varie accezioni. Permettetemi di fare un excursus. Il discorso è che il Cocktail Bar porta divertimento in tutte le sue sfaccettature, ma non dobbiamo fare solo i romantici, dobbiamo anche pensare a quello che succede veramente intorno al cocktail. Il bar è anche divertimento, ma ci sono dei limiti che vanno rispettati. Oggi purtroppo i limiti non tanto nei locali, ma fuori dai locali, non vengono più rispettati e i primi a farne le spese sono gli operatori che appena succede qualche cosa diventano i responsabili dei comportamenti degli altri e ne pagano, spesso, le conseguenze.  Disposizioni come “chiudiamo il locale!”,“mettiamo il divieto di vendere dopo la mezzanotte!”, punendo chi paga l’affitto, chi paga il locale, dipendenti, lavora sulla qualità,  chi si preoccupa di mantenere il locale pulito, sanificato, a norma. La verità è che alla fine sono sempre i soliti a pagarne le conseguenze, perché sono gli unici individuabili e poi tutto quanto il sottobosco dei piccoli supermarket che fino alle 2 di notte vendono alcol senza nessun tipo di controllo. Io dico: “torniamo a fare ognuno il proprio mestiere, io cerco di fare bene l’esercente ma chi gestisce la questione pubblica deve farlo in maniera più coerente altrimenti a farne le spese siamo solamente noi come categoria. Si deve costruire, e tornare a vivere una Movida Buena, Roma ne ha bisogno!
L’obiettivo de Le Ragazze con la Valigia è quello di coinvolgere in prima persona le belle realtà della notte, per fare rete e proporre un cambiamento affermando i diritti alla vivibilità, al riposo, all’esercizio di attività economica ed allo svago notturno, spronando il confronto di opinioni ed esperienze diverse, sulla sicurezza, sul decoro del centro città. In sintesi un approccio “partecipato” che aumenti la consapevolezza degli attori coinvolti su problemi e soluzioni, evidenziando gli aspetti prioritari da affrontare;suggerendo confronto e dialogo tra amministratori, cittadini e operatori all’insegna della cooperazione fra le parti.
Racconta Gianluca Melpha Presidente di Argot, in Via dei Cappellari, 93 a Roma, ai microfoni di Fuori Rotta:  “A me piace pensare al termine “movida” con un’accezione di spensieratezza, gioia, convivialità nel rispetto delle regole, perché divertirsi non vuol dire uscire fuori dalle regole, quindi io sarei felice se tornassimo ad utilizzare questo termine con la sua accezione positiva: chi fa le risse per strada, sporca le strade, non è chi ama la Movida, è semplicemente chi Non ama le regole ed è una cosa diversa.
La #MovidaBuena, che è la Movida giusta è il vero senso della movida. Ci sono tanti locali in questa città e sono pronti ad affrontare questo suggerendo soluzioni concrete da chi vive il problema in prima persona. Noi siamo a Campo dè Fiori, che oscilla tra l’immobilità infrasettimanale ai Caos del Weekend. Un operatore di sicurezza che faccia accoglienza e che sorvegli l’esterno, figura fondamentale per chi vuole vivere serenamente la notte.
La Mala Movida si crea più di fronte all’alimentari che dovrebbe chiudere alle 22 e chiude alle 3 di mattina, vende alcolici a basso costo e crea conseguenze difficile da arginare. Lì si crea molta più mala movida di un locale strutturato per essere aperto fino a tarda notte con un door man, un operatore di sicurezza che paghiamo noi, non lo stato o il comune, e che è un investimento per chi vuole lavorare in sicurezza.
Per esempio  ci siamo confrontati con diversi locali qui tra Trastevere e Campo dè Fiori ed abbiamo notato un’altra follia: a Piazza Trilussa non c’è un secchione adeguato a contenere il vetro prodotto: il sabato sera e devi schivare le bottiglie per terra.”
Gli esercenti della #MovidaBuena, troppo spesso sono colpiti nelle tasche da politiche miopi che rendono ancora più complesso fare impresa sana a Roma. In molte città europee invece la movida è una grande risorsa per la qualità della vita dei cittadini, che rende le metropoli vibranti e umane, rispettando al tempo stesso le leggi e la qualità della vita di tutti. Una #MovidaBuena potrebbe invece generare valore e valori sul piano: economico, con opportunità imprenditoriali importanti; sociale, perché rappresenta una risposta al bisogno non demandabile di socialità; culturale, perché una città che non è in grado di offrire spazi di aggregazione anche culturale nelle ore serali non è attrattiva per una parte di cittadini, turisti e investitori; della sicurezza, perché le città blindate, spente, e proibizioniste sono regressive, insicure e facile ostaggio della criminalità.
Aggiunge Emanuele Broccatelli, Bar Manager dell’ Hotel “W Roma”, Via Liguria (Via Veneto): Che vuol dire Movida? Io so che c’erano una volta i bar, con la gente che andava e si divertiva, c’erano i ristoranti dove le persone si aggregavano e parlavano del più e del meno e si facevano tante risate. Poi è uscita ad un certo punto sta parola “MOVIDA” che non è nemmeno Italiana e sinceramente non l’ho più capita. Roma tornerà presto ad essere quella Capitale Europea, internazionale, unica e bellissima, che merita di essere, da tutti i punti di vista. Credo che la risposta che abbiamo in questo momento da noi al W, con una clientela educata e vogliosa di sano divertimento, di scambio e di relazione, sia importante perchè afferma la grande voglia di uscire di casa e quella di tornare, finalmente, a socializzare.
LA RISPOSTA DELLA POLITICA
L’Assessora alle Attività produttive di Roma Capitale, Monica Lucarelli è intervenuta nel programma Gli Inascoltabili in onda su radio New Sound Level 90FM in occasione del lancio dell’hashtag #MovidaBuena Giovedì 17 Febbraio e con la partecipazione straordinaria de “Le Ragazze con la Valigia”; di seguito riportiamo alcune dichiarazioni:
“Io credo che si può e si deve parlare di #MovidaBuena anche perché una città che permetta ai ragazzi di vivere in sicurezza di giorno e di notte credo che sia una città moderna e degna di essere un capitale come Roma e dobbiamo assolutamente parlarne in maniera positiva anche perché questo fenomeno non riguarda solo i ragazzi ma anche gli adulti, c’è una voglia di tornare ad una vita sociale all’aperto in mezzo agli altri visto che abbiamo vissuto due anni sicuramente molto difficili. Con il termine ‘mala movida’ in realtà si è esemplificato tutta una serie di atteggiamenti che definirei delinquenziali, che sono altro rispetto alla movida e alla vita all’aperto. C’è tutto un aspetto economico, di sviluppo e dobbiamo dare la possibilità agli esercenti di tornare a lavorare in una maniera normale e serena, e tenuto conto di tutti questi aspetti con il Sindaco nel prendere le decisioni delle settimane scorse siamo stati attenti a non colpevolizzare tutti rispetto a dei fenomeni che ci sono, che sono reali, ma che per fortuna rispetto alla gran parte della città, sono ristretti”
“Bisogna mettere mano ai regolamenti, per evitare il problema delle ordinanze, su questo noi stiamo lavorando ovviamente non sono cose che si fanno in un mese ma neanche in tre perché le modifiche devono passare non solo per la Giunta ma anche per l’assemblea capitolina e i municipi. Chi amministra e deve regolare certi fenomeni sa che deve mettere in qualche maniera in sicurezza la città. In un contesto normale e civile dovremmo tenere viva la città, stiamo ragionando anche con gli altri assessori per dare delle opportunità diverse ai giovani e ai non giovani, con offerte culturali degne di una metropoli internazionale come deve essere Roma perché se oggi io vado a Parigi, New York, Londra, Berlino è pieno di manifestazioni culturali, le piazze e le strade sono vissute in modo diverso. Noi vogliamo lavorare per dare alternative reali all’abuso di alcol soprattutto nei più giovani”
“Da regolamento il ‘vetro da asporto’ la sera non dovrebbe essere venduto. La polizia locale ha attivato tutta una serie di controlli così come la prefettura con cui siamo in contatto. Di fatto noi stiamo lavorando e lavoreremo anche con l’assessore Alfonsi competente dei rifiuti per capire come regolamentare al meglio il ritiro del vetro e la pulizia. Però se c’è un regolamento che impone il divieto di vendita di alcool in vetro oltre un certo orario questo deve essere rispettato”.
“Il ‘vuoto a rendere’ possiamo proporlo alle associazioni perché può essere un’idea, anche se i ragazzi quanto possono ricevere indietro 10 cent? Ci dovrebbe essere magari e in questo anche i media hanno un ruolo, una sensibilizzazione all’abitudine del rispetto dei luoghi comuni”
“Il problema non è che le forze dell’ordine sono poche, per controllare e sanzionare non si può immaginare di mettere 50 poliziotti in una piazza, il lavoro va fatto sono soluzioni alternative che possono essere anticipare l’orario della pulizia delle piazze ad esempio”
“da quando è stata fatta l’ordinanza sulla chiusura dei mini market, che ha eliminato una parte del problema, la vendita fuori orario dei superalcolici soprattutto, tutta una serie di episodi non ci sono stati. La riapertura delle discoteche la settimana scorsa ha dimostrato che quando c’è un’alternativa, sulle piazze ci sono minori pressioni perché i ragazzi differenziano la loro serata”.

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