16 Luglio, 2024
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Ignazio Vian, storia di una scuola e di un uomo

Il liceo Ignazio Vian nacque nel 1967 ed ebbe come primo preside il suo fondatore, ossia il professor Cesare Pavese, che rimase a capo dell’istituto fino al 1981.
Inizialmente il Liceo Vian non si trovava dove è collocato oggi, in largo Cesare Pavese, per l’appunto; infatti solo nel 1980 il Liceo si è insediato nell’attuale sede, che fu appositamente realizzata.
Dal 1989 al Liceo scientifico di ordinamento tradizionale si affiancò una sezione di sperimentazione P.N.I. (Piano Nazionale di Informatica); nel 1994 nacque il Liceo classico, con la sperimentazione della lingua inglese fino all’ultimo anno; tale assetto evolse infine nel 1995 con l’istituzione anche del corso di Liceo scientifico sperimentale ad indirizzo linguistico.
Oggi il Liceo Vian può vantarsi di avere ben tre corsi diversi, ossia il corso scientifico, quello classico e quello linguistico. L’istituto possiede anche altri tre corsi più specialistici, che sono: il corso scientifico robotico, entrato in sperimentazione durante l’anno scolastico in corso; il corso di liceo classico Cambridge; e infine il corso di liceo linguistico Esabac, che consente di ottenere un doppio diploma alla fine del percorso scolastico, ossia quello in italiano e quello in francese.
Inoltre il Liceo Vian non ha sede solo a Bracciano, bensì anche nella vicina Anguillara, dove svolgere un al percorso scolastico di tipo scientifico, (sezione attivata nell’anno scolastico 2010-2011) e da questo possibile iscriversi anche all’indirizzo linguistico con spagnolo. Nell scolastico 2008-2009 fu attivata una sezione staccata del Liceo nel Comune di Manziana, costituita da una quarta ginnasio e una prima liceo scientifico. Tale sezione staccata di Manziana, però, dall’a. s. 2010-2011, non è più attiva.


Ignazio Vian nacque a Venezia il 9 febbraio 1917 e fu un militare e partigiano italiano.
Egli fu tenente di complemento della Guardia alla Frontiera presso Boves. Dopo l’annuncio dell’armistizio decise di lottare contro i tedeschi sulla Bisalta.
Fu inoltre uno dei primi a fondare una formazione partigiana.
In missione a Torino, il 19 aprile 1944 fu arrestato dai tedeschi e poi detenuto nel carcere delle “Nuove” nel cosiddetto “braccio tedesco”, occupato dalle SS. Ogni giorno veniva portato nella caserma di via Asti dove veniva torturato perché svelasse i nomi dei partigiani e i loro nascondigli, ma nonostante le terribili torture, lui non tradì mai i suoi compagni e anzi sappiamo anche che scrisse, con il suo stesso sangue, sul muro della cella in cui era detenuto: “meglio morire che tradire”. Arrivò a tentare il suicidio in carcere, tagliandosi le vene, ma per sua sfortuna fu curato dai suoi carcerieri perché fosse in condizioni di ricevere la pena di morte, sarebbe dovuto morire nel peggiore dei modi.
Fu impiccato ad un albero in Corso Vinzaglio, nel centro di Torino, insieme a Battista Bena, Felice Bricarello e Francesco Valentino. I loro corpi rimasero appesi per una settimana, perché i tedeschi vietarono di dare loro sepoltura, affinché fossero di monito alla popolazione. Nel maggio 1945, durante i giorni della liberazione della città, l’albero fu ornato spontaneamente, dalla popolazione, di fotografie, fiori e lettere ai martiri.

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