24 Novembre, 2024
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Bracciano, vandalizzato il Monumento ai caduti

Il Monumento ai Caduti in Piazza IV Novembre a Bracciano mostra in rilievo i volti dei tanti soldati partiti dalla nostra cittadina e, mai ritornati, alla volta dei campi di battaglia sparsi nel mondo durante il primo ed il secondo conflitto mondiale. Oggi a pochi giorni dalla ricorrenza del 25 Aprile, momento in cui noi italiani festeggiamo la Liberazione dal nazifascismo e la riconquista della democrazia, l’occhio si è voluto soffermare su quei volti, che sono là silenziosamente a ricordare chi nel passato ha perso la vita per la nostra attuale Libertà. Accanto ai volti scolpiti nella pietra dei nostri concittadini un lungo e quasi interminabile elenco di nomi a dire che quasi ognuna delle più antiche famiglie di Bracciano ha versato un tributo di sangue per la patria. Si leggono i nomi di famiglie ancora oggi presenti: Mondini, Lescarini, Pierangelini, Eufermi, Allegretti, solo per citarne alcune. Ma i pensieri sul passato, sulla memoria, sul valore di quella stele, vengono interrotti quando lo sguardo si sposta di poco e viene catturato da disegni e scritte rosso fuoco impresse sul muro del monumento, allora dopo un primo momento di indignazione, l’occhio comincia ad ispezionare ogni centimetro del muro che è intorno e alle spalle di quei soldati; le scritte sono tante, dai colori e dai contenuti inutilmente irripetibili, i disegni diversi, sparsi ovunque. Il Monumento ai Caduti sembra essere diventato preda di adolescenti che vi sfogano la loro noia e la loro “ignoranza”, la loro mancanza più totale di valore, di conoscenza e rispetto della storia. Il Monumento appare ad un tratto il campo di gioco di adolescenti lasciati dalle famiglie a loro stessi,  senza che sia stato trasmesso il senso della memoria e della cultura civica. Ci si chiede quei soldati se potessero parlare cosa mai direbbero a quei ragazzi che scarabocchiano e imbrattano intorno a loro. Quei disegni, quelle scritte alla vigilia del 25 Aprile, Festa della Liberazione, memoria dei nostri caduti, gridano un bisogno sempre più urgente di cura e trasmissione della memoria storica.
Cinzia Orlandi

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