Sono molte le iniziative nate sul territorio per accogliere e assistere i cittadini ucraini in fuga dal conflitto in atto. I volontari della Protezione civile “Avab odv” di Bracciano hanno attivato una catena di solidarietà, che ha coinvolto anche le scuole del territorio, volta a raccogliere beni di prima necessità che verranno inviati nelle zone colpite dalla guerra. Diversi Comuni hanno attivato un protocollo di accoglienza al fine di coordinare gli interventi di aiuto, distribuiti tra diverse Istituzioni.
Sul sito di ogni Comune (da Anguillara a Bracciano, passando per Manziana e altri ancora), in una sezione dedicata, è presente, immediatamente leggibile nelle due versioni in lingua italiana e ucraina, un chiaro vademecum che spiega cosa fare e a chi rivolgersi per le diverse necessità dei rifugiati: dichiarazione di ospitalità; permesso di soggiorno (che assicura la protezione temporanea per la durata di un anno, fondamentale per l’accesso al mercato del lavoro e alloggi); assistenza alloggiativa (che comprende eventualmente i beni di prima necessità); assistenza sanitaria (tramite ritiro del codice STP, tesserino rilasciato ad uno “straniero temporaneamente presente”); accesso al trasporto pubblico; inserimento nel sistema scolastico (nel nostro territorio saranno ospitati alcuni bambini del primo ciclo di istruzione). Inoltre nel documento “Benvenuto in Italia”, vengono riportate alcune informazioni essenziali per il soggiorno in Italia del cittadino rifugiato. I Comuni lanciano un appello alla candidatura di volontari che, parlando entrambe le lingue, italiana e ucraina, possano collaborare con la rete di accoglienza.
Insieme alle proposte dei Comuni e della Protezione civile, sono molte le iniziative di privati cittadini che hanno portato il loro contributo. Pino Papaluca, per esempio, barbiere di Trevignano, con un vecchio pulmino in prestito, ha compiuto un viaggio da solo, fino a Leopoli, in Ucraina, per portare generi di prima necessità. Al ritorno gli è stato chiesto di portare in salvo tre donne e le loro cinque bambine. Solo con l’impegno congiunto delle istituzioni e dei singoli si può avere un impatto reale, rendendo efficaci gli interventi e concretizzando il supporto a un’emergenza che entra sempre più a far parte della nostra quotidianità.
Davide Licastro