23 Dicembre, 2024
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“La gestione dell’acqua resta pubblica: Anguillara continua a dire “NO”

Anguillara continua a dire NO al passaggio del servizio idrico , “La gestione dell’acqua resta pubblica”, questo quanto emerge nella Mozione approvata il 26 Maggio 2015 in Consiglio Comunale.

L’Amministrazione conferma la mancata acquiescenza al passaggio del servizio idrico integrato al gestore unico Acea Ato 2 Spa, ricordando l’essenza e l’importanza inalienabile del bene per l’intera comunità e quindi l’impossibilità di concentrarla nelle mani di un singolo privato, sottolineando il suo democratico libero accesso, manifestato senza possibilità di contraddizione nel Referendum Popolare del Giugno 2011, dove circa il 95% degli elettori si espresse per mantenere pubblico il bene primario.

Il Comune di Anguillara fu uno dei promotori della proposta di legge regionale che nel 2014, con voto unanime, fu approvata dal Consiglio Regionale dando origine alla Legge Regionale n. 5/2014 “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque”. Questa abrogò di fatto la precedente L.R. 6/96 (disciplina del servizio idrico integrato) ridefinendo le nuove Autorità d’Ambito di Bacino Idrografico ma attualmente, se pur approvata all’unanimità come suddetto, non ha effettiva attuazione.

“Ritengo che il bene acqua come risorsa unica ed essenziale debba essere considerato al pari dell’aria – fa sapere il Sindaco Avv. Francesco Pizzorno – come bene pubblico primario così come statuito dalla larga maggioranza degli italiani con il recente referendum. Sull’altro problema che riguarda la questione inerente la gestione del servizio di distribuzione e di manutenzione dei pozzi, della rete e degli impianti, ritengo che possano operare, come del resto succede anche da noi, soggetti privati purché tale operato sia rigorosamente controllato dal singolo Comune o da vari Comuni uniti in consorzi o in altre forme associative. In merito alla cessione della gestione del servizio così come prospettata ribadisco – a tacer d’altro – che alle condizioni proposte tale cessione non è assolutamente condivisibile e, pertanto, fintantoché ce la faremo e con tutte le difficoltà e i problemi che abbiamo continueremo a gestire il servizio in proprio e con i nostri mezzi almeno fino a quando non siano codificati e certi gli investimenti, le opere ,ed i benefici economici per i cittadini e per il Comune che tale cessione comporterebbe. Auspichiamo, a riguardo, che sia fatta a breve chiarezza circa la nuova composizione degli ambiti di bacino e che su tale punto siano preventivamente condivise e compartecipate le scelte di ogni singolo Comune circa l’ambito cui aderire ed i modi per farlo. Da parte nostra faremo di tutto per tutelare sia il bene acqua sia la particolare posizione del Comune di Anguillara che – lo ripeto – è titolare di una importante fonte di approvvigionamento idrico come il nostro lago di cui, paradossalmente, beneficiano altri, ma non noi”.

“Non è accettabile e sostenibile lo stato di indeterminatezza a cui stiamo assistendo da anni in fatto di gestione del servizio idrico – dichiara l’Assessore all’Ambiente Enrico Stronati – Siamo passati da semplici comunicazioni che invitavano a cedere il servizio idrico al gestore unico (tutte respinte) alla diffida di qualche mese fa da parte degli Uffici della Regione Lazio. Il tutto perché non c’è una chiara regia nella gestione della vicenda e questo rende difficile ogni decisione presa in merito, anche quella da noi approvata nell’ultimo Consiglio comunale e votata solo dalla maggioranza …. la minoranza ha pensato bene di uscire dall’aula per una questione meramente di forma nonostante l’invito a discutere ed emendare il testo della Mozione in sede di Consiglio che a parer loro era “poco incisivo”. Allo stato dei fatti tra discutere ed emendare un testo ritenuto debole ed abbandonare l’aula voltando le spalle al 96% dei cittadini di Anguillara che hanno votato SI al Referendum sull’acqua pubblica del 2011, si è optato per quest’ultima scelta. Una scelta a mio

avviso sbagliata e che non vorrei rappresentasse la manifestazione di una posizione politica sul tema diametralmente opposta a quella stabilita nella Mozione”.

Questa Mozione ribadisce quindi che la Maggioranza, allo stato dei fatti, non ha alcuna intenzione di cedere il servizio idrico al gestore unico, non alle condizioni attuali, non senza garanzie da parte del soggetto in merito agli investimenti di manutenzione straordinaria (da porre in essere in un arco temporale definito e concordato), non senza definire in modo chiaro e trasparente le modalità di gestione del regime tariffario, non senza la conferma che l’ammontare degli investimenti sostenuti in parte dal Comune ed in parte dalla Regione a partire dal 2012 per garantire l’acqua potabile nelle case dei cittadini – pari a circa 1,3 milioni di euro – vengano presi in carico dal soggetto subentrante, ma soprattutto non prima che si sia data attuazione alla L.R. n. 5/2014 e quindi che si siano definiti gli ABI ovvero le regole con cui i Comuni partecipano alla definizione degli stessi e delle modalità di gestione del servizio da parte di un soggetto scelto nel rispetto delle regole.

Diversamente i cittadini di Anguillara subirebbero una vera e propria beffa in quanto i fondi del bilancio comunale che l’Amministrazione ha impegnato per realizzare gli impianti di potabilizzazione dell’acqua e la loro manutenzione (scegliendo quindi come priorità l’erogazione del servizio di acqua potabile, diritto essenziale dei cittadini) rappresenterebbero di fatto un investimento per il gestore subentrante quando in realtà – avendo chiaro sin dall’inizio il quadro complessivo – potevano essere destinati ad opere meno essenziali ed altrettanto attese dalla cittadinanza quali ad esempio la ripavimentazione delle strade, la manutenzione degli spazi verdi, il decoro urbano.

“La Regione ed il Governo dovrebbero impegnarsi – conclude Stronati – affinché ai comuni come il nostro, che scelgono di mantenere pubblica la gestione del servizio idrico almeno sino a quando non avranno garanzie in tal senso, venga concessa la possibilità di gestire la tariffa per programmare gli interventi straordinari più urgenti. Non possiamo continuare a gestire gli acquedotti senza i finanziamenti necessari per il rifacimento della distribuzione e con l’impossibilità di rivedere la tariffa come da disposizione dell’AEGG – cosa questa che è invece concessa al gestore unico Acea Ato2 – perché questo significa metterci con le spalle al muro! In questo modo tutto grava sulle casse comunali che non potranno mai finanziare somme così ingenti come quelle necessarie per intervenire sulla distribuzione idrica”.

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