Come una coperta corta, risolvi un problema da una parte ma dall’altra ne fuoriesce uno ancora più grave. Tempo addietro ironizzavamo la mancanza solo dell’invasione delle cavallette, dopo pandemia e guerra. Ora, a prescindere che (purtroppo) c’è stata davvero l’invasione delle locuste (sia pur circoscritta alla Sardegna) ci si rende conto che problemi altrettanto gravi si sono presentati alla porta. Il nuovo attacco del Covid, la crisi di governo, gli incendi, la siccità. Incognite tutt’altro che risolvibili con un colpo di spugna. Il virus continua ad attaccare l’uomo, corre più velocemente della ricerca medica e in questo ricorda molto la lotta al doping, nella quale chi si ingegna per “dopare” pare stia sempre un passo avanti rispetto a chi cerca di debellare l’assunzione di droghe.
Le dimissioni di Mario Draghi e il “resta” di Sergio Mattarella sono l’istantanea della politica italiana, col primo arrivato al limite della sopportazione e il Capo dello Stato pronto a chiedere di non mollare, esattamente come ha fatto lui per la presidenza della Repubblica. C’è da tenere in piedi il tema-Pnrr e, come voce giunta dai territori di guerra, si conta anche e soprattutto sull’Italia per mettere la parola fine al conflitto.
Incendi e siccità hanno in comune colpe dell’uomo. Spesso i roghi sono creati ad arte da chi ha “qualcosa da dire contro il sistema”; e la siccità, comunque anche figlia degli incendi, ha anche e soprattutto colpe (e colpevoli) che vengono da lontano, con quell’incapacità assurda di non saper rispettare l’ambiente. L’estate, la vacanza al mare, le nuotate e le scarpinate in montagna offuscheranno momentaneamente il presente. Ma quanto prima servirà mettersi di buzzo buono per risolvere la marea di dilemmi con cui stiamo convivendo.
Massimiliano Morelli