Giovedì 19 Gennaio nella biblioteca comunale di Bracciano ci siamo immersi nell’accattivante mondo del nuovo romanzo Pietre, di Vespina Fortuna Ledda. L’incontro è stato accompagnato dalle lettrici di Voceallepagine, dai giovani musicisti di Novarmonia, dai moderatori Luigi Lozzi e Francesca Reboa e, naturalmente, dalla misteriosa protagonista di Pietre Andrea Dufour.
Reboa e Ledda ci raccontano che la nostra protagonista è in realtà francese e, contro l’autorità dei nonni, decide di partecipare al concorso per diventare investigatrice a Roma. Per ragioni sconosciute al lettore, viene poi trasferita in Sardegna, ad Arzudili, luogo di fantasia. L’autrice ci parla della scelta del luogo: la madre è sarda, perciò lei ha un legame affettivo con questa terra. Nonostante ciò ci è tornata solo mentre scriveva il libro, dopo molto tempo, per ritrovare nella vita reale tutti i luoghi che aveva inventato. Il giallo è ambientato nel 1982, un anno dopo la promulgazione della legge che tutela la parità di genere: quindi non solo Andrea si deve far rispettare sul posto di lavoro, ma deve anche avere a che fare con il fatto che tutti in Arzudili, vedendo il suo nome, che in francese è femminile, non si aspettavano che lei fosse una donna. Ci viene letto l’episodio del libro nel quale Andrea, passeggiando a cavallo, si imbatte in un cadavere. A questo punto Ledda ci parla di tutte le ricerche che ha fatto in campo anatomico, per riuscire a descrivere il corpo che, nella storia, è rimasto in mare per circa 3 mesi e delle ricerche che ha fatto sul mondo dei cavalli, animali molto cari ad Andrea.
Un’altra caratteristica importante dell’investigatrice è che, venendo dalla Francia, parla mescolando francese e italiano. Reboa porta così alla luce la lingua che Ledda ha inventato, che è un alternarsi di molte lingue tra cui italiano, francese e latino. Questa lingua sperimentale nasceva già da tempo, usata in precedenza da Ledda nella stesura di un romanzo fantasy e in una raccolta di favole. Ci parla anche delle difficoltà che ha incontrato nel passare dal genere fantasy al genere giallo: il grande problema dei gialli è far combaciare tutto ed evitare strani intrecci che poi risultano avvolte insensati, mentre nei fantasy tutto è risolvibile con un po’ di magia.
Il tutto è stato commentato infine da Lozzi, che ha raccontato la storia dei gialli con le sue più grandi figure italiane, insieme agli interventi del pubblico, dell’Assessore comunale Emanuela Viarengo e del Presidente de L’Agone Nuovo Giovanni Furgiuele.
Sofia Giandomenico PCTO I. VIAN