La CNA lo aveva detto con chiarezza la scorsa settimana, in occasione della presentazione dell’Osservatorio Burocrazia 2023: “Il treno del Pnrr rischia di deragliare se il nuovo Codice non realizzerà una effettiva e concreta apertura del mercato degli appalti pubblici alle piccole imprese. E’ nell’interesse del Paese”. E lo ha ribadito nel corso dell’audizione, proprio sul Codice degli appalti, davanti alla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati. In questa sede, le Confederazioni artigiane, CNA e Confartigianato, hanno espresso una posizione unitaria e hanno diramato un comunicato congiunto.
Per entrambe, “sono condivisibili i principi del nuovo Codice degli appalti ma si rendono necessarie alcune correzioni al decreto legislativo all’esame del Parlamento”.
In dettaglio, le due organizzazioni hanno rilevato l’esigenza di intervenire su alcuni meccanismi e disposizioni del nuovo Codice: suddivisione in lotti, regole sul subappalto e consorzi di imprese artigiane. È necessario introdurre vincoli nei confronti delle stazioni appaltanti, per assicurare la suddivisione degli appalti in lotti funzionali e prestazionali e valorizzare la prossimità delle imprese.
CNA e Confartigianato ritengono opportuno, inoltre, reintrodurre limiti al ricorso al subappalto, almeno nell’ambito del sotto soglia, con particolare riferimento agli appalti di minor valore, poiché obbligano l’impresa appaltatrice ad avere al proprio interno le risorse necessarie. E’ stata quindi evidenziata la necessità di modificare la norma sui consorzi. In particolare, quelli costituiti da imprese artigiane non possono essere assimilati ai consorzi stabili.
Apprezzata la proposta di revisione e semplificazione del sistema di qualificazione degli operatori economici, ma rimane la contrarietà all’estensione dell’attestazione Soa ai settori forniture e servizi.
Entrambe le Confederazioni, pur riconoscendo lo sforzo di razionalizzazione e semplificazione della normativa, hanno indicato che, prima dell’entrata in vigore del testo, sarebbe necessario un momento di confronto con le stazioni appaltanti e gli operatori del mercato, mancato del tutto nella fase di redazione.
Le novità, anche formali, contenute nel Codice avranno bisogno di un tempo congruo per essere assimilate da tutti gli attori interessati. Sia per gli operatori economici che, ancor di più, per il personale delle stazioni appaltanti, sarà necessario prevedere un periodo in cui formare adeguatamente il personale e contenere gli effetti dello shock normativo che potrebbe derivare da una repentina entrata in vigore della nuova disciplina. Ecco perché si chiede che il via all’applicazione di quest’ultima non scatti prima della fine dell’anno.