Norberto Bobbio li definiva “di terza e quarta generazione”: sono i diritti inalienabili che devono trovare spazio anche e soprattutto nell’era ipertecnologica, come quello ad un ambiente sano, alla salute, alla dignità della persona, alla tutela del patrimonio genetico esistente in natura. Se è vero, come sosteneva Bobbio, che i diritti umani costituiscono “uno dei principali indicatori del progresso storico”, è altrettanto vero che massima deve essere l’attenzione sociale rivolta alla loro difesa, soprattutto quando scienza e tecnologia sembrano correre su binari distanti da quelli dell’etica. Come favorire, allora, il dialogo fra scienza e società? Come trovare forme di condivisione delle innovazioni tecnologiche?
Come promuovere una ricerca scientifica che si ponga in ascolto delle istanze provenienti dalla comunità dei cittadini? Se ne è discusso venerdì 19 e sabato 20 settembre al Castellaccio di Monteroni, nell’ambito di un meeting organizzato dalla Fondazione Diritti Genetici in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Ladispoli: “Open society district: il distretto civico della conoscenza”. Nata nel 2007, la Fondazione opera da anni come organismo di ricerca e comunicazione scientifica. Fra i settori privilegiati, quello delle biotecnologie applicate al settore agro-alimentare. Ad occuparsi del servizio di accoglienza e ad aprire i lavori sono stati i ragazzi dell’Alberghiero di Ladispoli, ospiti d’onore del convegno, nell’ambito di un Progetto coordinato dal Prof. Francesco Riili, Responsabile Comunicazione ed Eventi dell’Istituto di via Federici, dalla Prof.ssa Lucia Lolli, Vicepreside dell’Alberghiero, dalla Prof.ssa Sara Leonardi, docente di Economia e Gestione delle Aziende Ristorative e dalla Prof.ssa Giovanna Albanese, docente di Ricevimento: “Discuterete di Beni Comuni, di Conoscenza come Bene Comune – hanno esordito gli allievi delle classi IV Enogastronomia e IV Turistica, accompagnati dalla Dirigente Scolastica, Prof.ssa Vincenza La Rosa – .
Vi proponiamo di partecipare ai due giorni di lavoro proprio all’insegna di questo principio: facciamo che la conoscenza sia patrimonio comune e accessibile a tutti; bene comune da condividere, proteggere e diffondere con ogni mezzo, ma soprattutto con la concretezza dell’esempio tangibile, replicabile. Mostrateci – hanno proseguito gli studenti – che anche per Voi il nostro territorio è importante; che può e deve avere uno sviluppo innovativo e sostenibile”.
“Ricerca partecipata”, alta formazione e comunicazione sono i tre assi da cui partire per centrare l’obiettivo di una conoscenza e di una scienza attente alle implicazioni ambientali e sociali del progresso, intese quindi come “patrimoni collettivi” non da imporre, ma da condividere. La sede in cui si è svolto il meeting è il “Castellaccio” di Monteroni, la cui edificazione si fa risalire con buona probabilità alla fine del XV secolo. Un bene comune sottratto al degrado e all’abbandono, ristrutturato e “rifunzionalizzato”, dopo anni di lavori: è questa la storia del “Castellaccio”, antica stazione di posta situata sulla via Aurelia a circa trentacinque chilometri da Roma e ora nuova sede di un “Distretto civico della conoscenza”, destinato a diventare Centro avanzato di ricerca nel settore delle biotecnologie agro-ambientali e alimentari, con uno sguardo rivolto alla dimensione internazionale. Il passato si lega quindi al futuro, trovando fra le torri di un castello il luogo e il senso di una rinascita a servizio della comunità e del territorio. “Rigenerare l’alfabeto dello sviluppo, i processi di inclusione e la vita produttiva”: questi gli obiettivi della Fondazione Diritti Genetici. Istituzioni, Enti di ricerca, rappresentanti del mondo scientifico, economico e sociale finalmente uniti per costruire una “filiera della conoscenza”, i cui protagonisti torneranno ad essere i cittadini. “E’ un Civico – spiega Ivan Greco, Presidente della Fondazione, insieme ad altri relatori del meeting – che si assume la responsabilità dell’innovazione come risorsa di contrasto all’attuale recessione. Il Cittadino – finora considerato inabile alla conoscenza, al vaglio tecnologico, alla democrazia, a cui è attribuito uno scontato rifiuto precostituito alle moderne trasformazioni – riprende possesso della propria centralità proponendosi quale soggetto e scopo dello sviluppo”.
Soddisfazione per gli esiti della collaborazione fra la Fondazione Diritti Genetici e l’Istituto Alberghiero di Ladispoli è stata espressa da Eva Gasparini, Segretaria Generale della Fondazione: “L’attenzione e la partecipazione degli studenti durante i lavori hanno dimostrato che la promessa di voler costruire il proprio futuro con responsabilità, speranza, tenacia e determinazione sono parole scritte prima nei loro cuori che nell’intervento di apertura (…). Alla Fondazione – ha quindi affermato la Segretaria Generale – piacerebbe approfondire ed ampliare il dialogo avviato”. “I primi cittadini che devono essere coinvolti nei processi decisionali e di valorizzazione del territorio sono i nostri studenti – ha dichiarato il prof. Riili, docente coordinatore del Progetto -. L’Alberghiero di Ladispoli si impegna da sempre per trovare tutte le possibili sinergie con gli Enti, le associazioni e gli operatori interessati a promuovere lo sviluppo della realtà locale. Sedere allo stesso tavolo consente di scambiare e mettere a confronto esperienze, approcci culturali, linguaggi diversi. E’ un’opportunità di crescita per tutti i soggetti coinvolti. Unire le risorse e gli sforzi nella ricerca di soluzioni innovative aiuta a conseguire l’obiettivo primario dell’Istituto Alberghiero di Ladispoli: il successo formativo dei nostri studenti. La scuola cresce con il territorio e il territorio cresce con la scuola” – ha concluso il prof. Riili.