22 Novembre, 2024
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Asl Roma 1, presentato il report “Analisi e proposte per i servizi sanitari territoriali vicini ai bisogni dei rifugiati”

Si è svolto al Salone del Commendatore di Borgo Santo Spirito il convegno di presentazione dei risultati ottenuti dal Progetto FARI 2 (Formare Assistere Riabilitare Inserire). Fari 2 è la continuazione di un percorso di riflessione e intervento sulla vulnerabilità psico-sanitaria dei richiedenti e titolari di protezione internazionale iniziato con il progetto FARI.

I partner coinvolti sono diversi, sette Asl del Lazio, il Centro Astalli, Programma Integra, il Centro Studi di politica Internazionale (CeSPI) e Cittadinanza Attiva. La ASL Roma 1, capofila, ha contribuito al processo di rafforzamento delle competenze istituzionali e delle collaborazioni fra gli enti di tutela per offrire nuovi strumenti di azione.  Il progetto – a valenza regionale, cofinanziato dal Fondo Asilo Migrazione e Integrazione – FAMI – ha sviluppato interventi di assistenza sanitaria, sociale e psicologica rivolti ai destinatari di progetto, favorendo il miglioramento nell’accesso ai servizi sanitari territoriali. Il coinvolgimento del 70% delle ASL regionali ha permesso di sviluppare un modello di gestione, con procedure condivise e omogenee nei territori interessati, rafforzando o sperimentando interventi sanitari multidisciplinari e integrati anche per l’individuazione precoce e la presa in carico di pazienti affetti da disturbi fisici e psichici. Sono state elaborate e realizzate l’analisi dell’esperienza di assistenza sanitaria dei rifugiati attraverso un audit civico e una verifica della performance dei servizi sanitari e di tutela della salute fisica e mentale presenti nel Lazio.

La giornata, presieduta dal Dott. Giancarlo Santone, Direttore del Centro SAMIFO, è iniziata con la proiezione del film “Joy” di Nour Gharbi che racconta la vera storia di Joy, migrante forzato fuggito dal Togo e preso in carico proprio dal centro SaMiFo. L’incontro ha visto la partecipazione dei diversi partner tra i quali anche Patrick Doelle, European Commission, DG Home Affairs, Migration Policy Officer e Padre Camillo Ripamonti, Presidente del Centro Astalli, servizio dei Gesuiti per i rifugiati in Italia. I risultati del progetto, descritti nel report “Analisi e proposte per i servizi sanitari territoriali vicini ai bisogni dei rifugiati” sono stati illustrati dal Dott. Dario Conato del Cespi. Dal report si evince come, dati alla mano, il progetto abbia contribuito in modo decisivo alla progressiva adozione, da parte di richiedenti e titolari di protezione internazionale, di comportamenti che si avvicinano a quelli della popolazione autoctona.

Il progetto FARI – ha dichiarato il Dott. Santone – non è più un progetto ma una attività costante all’interno della nostra azienda attraverso un lavoro di rete che coinvolge enti pubblici e organizzazioni della società civile e con personale multidisciplinare dedicato. Modello unico nel nostro paese, apprezzato da tutti gli stakeholder di settore. Le buone prassi nate con i progetti si trasformano in attività che diventano strutturali e quindi sostenibili grazie alle risorse disponibili. Gli operatori di tutte le Asl coinvolte – continua Santone – concordano sul fatto che il progetto abbia contribuito in modo decisivo al miglioramento delle condizioni cliniche dei pazienti presi in carico dove un ruolo fondamentale lo assume la mediazione linguistico-culturale e la capacità del progetto di creare reti interne e verso l’esterno ”.

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