Giovanni Furgiuele, presidente dell’Associazione Culturale No profit “l’agone
nuovo” moderatore della serata, ad introdurre e subito dopo aver salutato e
ringraziato, cede la parola al Sindaco di Anguillara Angelo Pizzigallo ad
introdurre la presentazione, ai Giardini del Torrione, dell’ultimo libro di
Amedeo Lanucara “Quando la Cia rapì Moro” dal lungo ed esplicito sottotitolo:
Noir fantapolitico ma non troppo in cui si narra di un’operazione di
professionisti internazionali in cui le BR furon comparse a caccia di soldi e il
Governo fece da palo con ricerche-farsa.
“Sono emozionato e felice di ospitare
questo evento – ha detto Pizzigallo – per l’antico legame tra le nostre famiglie:
mio nonno era il migliore amico di Amedeo a Martina Franca, in Puglia, terra
d’origine”. Ed ha sottolineato come Lanucara continui anche con questo libro il
suo costante e importante impegno civico: nel passato come giornalista, ora
come scrittore e come tutore in mille battaglie del territorio attorno al lago.
Il Prof. Riccardo Agresti, Dirigente scolastico a Ladispoli, nel suo intervento ha
sottolineato alcuni punti salienti delle ipotesi “rivoluzionarie” che il libro
avanza in forma letteraria di “noir” appassionante. In primo luogo che Moro
non fosse presente in via Fani ma fosse stato già prelevato con un elicottero e
portato nel luogo della sua prigionia. Che non fu delegata alle BR ma ad altri
(che Lanucara indica nella sua ricostruzione), né furono le BR che
materialmente posero fine alla vita del leader DC. Ipotesi inquietanti, che
Lanucara ha ampiamente illustrato nel proprio intervento ponendo ulteriori
paletti che ritiene irrinunciabili per una ricostruzione più veritiera dei fatti di 45
anni fa.
Ma perché tutto ciò? Perché il rapimento di Moro, la sua detenzione di 55
giorni che sembrò seguire un copione quasi teatrale (così lo ha definito
Lanucara) e perché la sua eliminazione in un atto finale delegato, pare, a uomini
della criminalità organizzata romana? E soprattutto perché, si domanda l’autore,
una serie infinita di insabbiamenti, segreti mai svelati, depistaggi che durano
ancora oggi?
La risposta è politica. Nella mattina del rapimento Moro si sarebbe recato in
Parlamento per dare vita al primo governo di collaborazione tra DC e PCI, il
PCI di Enrico Berlinguer. Sia Moro che Berlinguer, sostiene Lanucara, erano
degli “eretici” rispetto alle rispettive “chiese”: la cattolica e la comunista. Ed
erano già stati scomunicati dai poteri supremi cui si riferivano: gli USA
(Kissinger era giunto quasi a minacciare Moro nel caso in cui…) e l’URSS, che
non poteva tollerare l’eurocomunismo centrifugo di Berlinguer. Insomma, era
un matrimonio che non s’aveva fa fare e non si fece. Proprio per l’intervento di forze superiori assai diverse dalle BR, che ebbero solo un ruolo di comprimari a
caccia di notorietà e danaro.
Presenti, la Vice Sindaca Paola Fiorucci e la Giunta del Comune di Anguillara.
Pubblico folto e interessato che ha dato vita ad un ulteriore botta e risposta con
l’autore. Segnaliamo l’intervento dell’Assessore Enrico Serami che ha
commentato che era destino che “Cesare dovesse morire”, “agnello sacrificale
sull’altare della incompiuta democrazia italiana”.
A conclusione del dibattito, i Relatori, si sono resi disponibili ad ulteriori
presentazioni nelle scuole del Territorio e ringraziato nuovamente i partecipanti
e l’autore.
Leo Osslan