Esce il 5 luglio il nuovo romanzo di Marika Campeti “L’ultimo respiro di Mara”, edito da Bertoni Editore.
La scrittrice romana ha da poco presentato “Lo scorpione dorato” a Bracciano, sulla motonave Sabazia, ed ecco che ci sorprende con una novità: l’arrivo del suo quarto romanzo, anch’esso legato all’acqua. L’ultimo respiro di Mara è un thriller psicologico, ma anche un romanzo di formazione che mostra l’evoluzione delle due protagoniste, Veronica e Mara, in un arco di tempo lungo sedici anni. L’acqua fa da padrona in questa storia, un’acqua torbida e segreta, quella del torrente Faena, in Umbria, dove i personaggi si muovono tra i borghi di Fratta Todina, Marsciano e Montecastello di Vibio.
La scrittura è accattivante e sensuale, la trama scorre tra le pagine con velocità, con uno stile intimo e introspettivo che è tipico della Campeti.
Il lettore viene coinvolto nei segreti e nelle prime pulsioni delle due adolescenti, fino a scoprire lo sconvolgente epilogo che cambia tutte le carte che la scrittrice aveva sapientemente esposto in tavola.
L’ultimo respiro di Mara è il quarto romanzo dell’autrice, ma il primo thriller. Un approccio diverso alla scrittura che tratta temi sociali, che finora la Campeti ci aveva riservato. Un modo per dire che è importante confrontarsi con nuovi stili e nuovi generi, per arricchire e maturare la propria scrittura.
Coinvolgente e inaspettato, un thriller che toglie il fiato.
La trama
La telefonata preoccupata di suo padre costringe Veronica a lasciare Roma per tornare in Umbria, nel casale di famiglia immerso nei boschi che costeggiano il fiume Faena. Lì, sulla collina tra Fratta Todina e Montecastello di Vibio, una minacciosa cascina conserva un segreto che la ossessiona. Chi abitava quella casa sedici anni prima? All’ombra dei rampicanti che infestano le mura di pietra, un uomo misterioso le tormenta i sogni, costringendola a ripercorrere i giorni antecedenti alla tragedia che le ha sconvolto la vita. Veronica deve fare i conti con frammenti di ricordi che la perseguitano, e mentre cerca dimettere insieme i pezzi, le sembra di essere costantemente osservata: lungo i sentieri del bosco, nella cantina umida della cascina, persino nell’intimità della sua camera. Il ricordo della sua adolescenza, il legame con sua cugina Mara e il silenzio che alberga nella sua vecchia casa la investono come un fiume in piena, spazzando via le sue certezze e lasciando dietro di sé solo detriti e fango. Una storia sul passato che ritorna inesorabile, di legami di sangue corrotti dalle ossessioni. Cupa, come il letto del fiume che rapisce l’ultimo respiro di vita.