Il Governo riscrive la norma contro il caro-voli, eliminando il tetto ai prezzi e affidando all’Antitrust il potere di verificare l’eventuale iniquità del prezzo della compagnia aerea, in base ai principi di abuso di posizione dominante e di intesa restrittiva della concorrenza.
“Non basta! Bisogna che l’Antitrust possa intervenire non solo per abuso di posizione dominante o intesa restrittiva della concorrenza, ma anche per pratica commerciale scorretta” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Se è un bene eliminare il tetto del 200%, che di fatto avrebbe reso la norma inapplicata, lasciando più discrezionalità all’Authority, il punto è che va considerata una pratica scorretta quella di modificare il prezzo di vendita a seconda della profilazione web dell’utente. Gli algoritmi consentono alle compagnie aree di avere il tipico vantaggio del monopolista: la discriminazione del prezzo. Discriminare l’acquirente in base ai suoi interessi, alle sue navigazioni web, è anche una violazione della Legge sulla privacy, oltre che degli articoli 20, 21 e 22 del Codice del Consumo” prosegue Dona.
“L’art. 22 comma 2 del D.Lgs. n. 206/2005, ad esempio, considera un’omissione ingannevole quando un professionista occulta o presenta in modo intempestivo, informazioni rilevanti, ossia quelle di cui il consumatore medio ha bisogno per prendere una decisione consapevole di natura commerciale, come ad esempio sapere se il prezzo di quel volo che ha trovato sul sito della compagnia è destinato ad aumentare o a scendere, a cambiare nel tempo a seconda dei posti venduti” conclude Dona.