25 Novembre, 2024
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Festival Nazionale dell’Economia Civile, cultura e formazione per costruire le generazioni del futuro

L’educazione di strada può essere un viatico importante per il recupero dei ragazzi più svantaggiati e, soprattutto, per contrastare il fenomeno della violenza. La cultura, d’altra parte, può invece giocare un ruolo importante per incrementare la parte formativa delle nuove generazioni.

Di questo si è parlato durante la prima giornata del Festival Nazionale dell’Economia Civile, in corso a Firenze fino al 1 ottobre.

Testimonianza importante è arrivata da Eugenia Carfora (Preside ITI e Alberghiero Caivano): «Si può cambiare. Sono lì da 16 anni e non ho fatto altro che quello che sentivo dentro. Non so se è quello che intendeva Don Milani. Sono venuti a dirmi che a Caivano gestivo la cosa più brutta d’Italia, sono parole che mi porterò dentro fino alla morte. Mi hanno dato un fazzoletto di terra deserto nel 2007, dove la scuola, che è la casa dello Stato, era abbandonata, degradata e sporca. Per prima cosa mi sono messa a pulire: alcuni hanno pulito con me, altri se ne sono andati. Oggi la mia scuola è bellissima. Poi denunciavo troppo, parlavo troppo, perché tutti sanno ma fanno finta niente, e mi hanno trasferita: una nuova scuola, con 14 pittbull che controllavano gli ingressi, i materassi e le siringhe in terra.  Oggi c’è una scuola che funziona, i ragazzi sono bravissimi e li vogliono ovunque per gli stage, c’è un albergo a 4 stelle. Adesso vogliamo l’università di agraria, vogliamo fare la serra idroponica dove c’erano le pistole nascoste sottoterra, vogliamo rimettere a posto le case vuote per gli studenti: venite a studiare qui, non andate all’estero, riprendiamoci ciò che è nostro».

Sempre da Napoli, l’esperienza di Cesare Moreno (Presidente Maestri di Strada Onlus): «Siamo segugi e cerchiamo le tracce dell’umano dentro una giungla priva di odori. L’umano si può rintracciare nelle periferie e bisogna tenere a mente che qualsiasi individuo, anche se è solo, si può prendere cura del mondo intero. We care è lo slogan alla base dell’economia circolare: se non abbiamo un pensiero circolare, l’economia circolare sarà una barzelletta. È ecologica l’auto elettrica? Sì, ma sono ecologiche le miniere da cui si estraggono le materie prime necessarie per fare le batterie? È ecologico lo sfruttamento dei lavoratori in queste miniere? We care significa tenere conto di tutto questo, avere un pensiero circolare. Allo stesso modo, la scuola deve coltivare la pluralità dei legami dell’individuo mentre, purtroppo, fa il contrario coltivando l’individualismo e la competitività: questo è devastante. Lo abbiamo visto bene durante la pandemia quando le scuole sono state chiuse: il disastro non è stato perdere i capitoli di storia e di geografia, ma il sistema di relazioni nel quale i ragazzi sono immersi e che permette loro di conferire significato alla realtà».

È intervenuta nel panel anche Laura Biancalani (Direttore Generale Andrea Bocelli Foundation): «Il tema della ricerca, dell’imparare facendo, del contatto con la realtà e l’ambiente, della relazione con pari ed esperti, il valore della collaborazione e del confronto, il viaggio come risorsa formativa – sono alcuni dei tanti principi ispiratori che l’azione educativa di Don Milani ci ha trasmesso e a cui in ABF crediamo fermamente: attraverso la nostra mission “Empowering people and communities” lavoriamo ogni giorno per poter garantire un’istruzione adeguata e inclusiva a migliaia di bambini e giovani in Italia e nel mondo.

Decliniamo questo pensiero in numerosi progetti, come ABF Globalab, centro vocazionale in cui aiutiamo giovani dai 16 ai 25 anni a scoprire e a valorizzare i propri talenti per scrivere la versione migliore di sé stessi. Operiamo anche nelle scuole e nelle scuole in ospedale aderenti ad AOPI portando l’ABF Art, Music e Digital Lab, programma in cui mettiamo a disposizione, insieme alla strumentazione digitale, la figura dell’atelierista, professionista dell’educazione specializzata in arte musica o digitale che accompagna studenti e docenti nell’utilizzo delle nuove tecnologie, per favorire una didattica innovativa ed inclusiva.

Cerchiamo attraverso questi e molti altri progetti di fornire un’educazione di qualità per tutti indipendentemente da condizioni culturali, sanitarie, socioeconomiche: la scuola deve essere giusta e libera, accessibile a tutti».

 

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