Fare luce sul caos contabile legato ai conti della sanità del Lazio e sui rischi che può portare sulle casse pubbliche. È questo l’obiettivo dell’operazione verità condotta in queste settimane dal Presidente, Francesco Rocca, insieme al direttore della Direzione regionale Salute e Integrazione sociosanitaria, Andrea Urbani, con la collaborazione di una primaria società di consulenza e revisione contabile. Sul tavolo ci sono i bilanci della sanità regionale al 31 dicembre 2022: fondi di dotazione negativi, debiti non pagati vecchi di 10 anni, crediti non incassati da anni e fondi rischi abnormi non sempre riconducibili a rischi specifici.
La stessa Corte dei conti si è espressa sulla urgente necessità di assicurare “un ordine contabile” alla gestione finanziaria della sanità per il 2022, su cui non è stata concessa la parifica nel corso dell’udienza del 29 settembre scorso. Sin dal 2015, infatti, la magistratura contabile ha evidenziato la “mancata risoluzione e il riassetto contabile tra la Regione Lazio, le Aziende ospedaliere e le Aziende sanitarie locali”, una via d’uscita che era “stata più volte sottolineata dai Ministeri Vigilanti e dalla sezione di controllo”.
Non è tutto. La Corte dei conti ha certificato una “situazione contabile a dir poco nebulosa” con il rischio di un “duplice danno per le finanze regionali” relativamente alle note di credito, ossia ai documenti di rettifica con cui si contestano le fatture saldate o emesse dal privato e con le conseguenti somme da restituire, in parte o interamente. Il presidente Rocca ha voluto incontrare oggi tutti i Direttori generali, i Direttori amministrativi e i Responsabili del bilancio delle Aziende sanitarie locali e ospedaliere per condividere l’importanza e la necessità di fare ordine sui conti del Servizio sanitario regionale.
In particolare, si sta cercando di fare chiarezza:
• sull’esistenza e sulla completezza di oltre 2,5 miliardi di euro di debiti, di cui 1,2 antecedenti al 2018;
• sull’esistenza e sull’esigibilità di oltre 787 milioni di euro di crediti, di cui 609 milioni di euro antecedenti al 2018;
• oltre 900 milioni di euro di note di credito verso i fornitori e verso le strutture private accreditate (ospedali, cliniche, residenze sanitarie assistenziali…) con il Servizio sanitario regionale;
• quasi 2,3 miliardi di euro di Fondi rischi non sempre riconducibili a rischi specifici o generici.
Oltre 1.000 avvocati hanno già ricevuto o riceveranno nei prossimi giorni richieste dettagliate sulle attività svolte per conto delle aziende sanitarie e sui rischi probabili per le finanze regionali. Un quadro contabile-amministrativo che sarà più chiaro tra qualche mese quando arriveranno le prime evidenze del lavoro in corso. Sono state definite, infatti, le priorità di intervento, i gruppi di lavoro e le modalità di accesso presso le singole aziende sanitarie, oltre a un cronoprogramma che dovrà consegnare i primi risultati entro i primi mesi del prossimo anno.
Di particolare rilevanza sarà anche la ricognizione dei contenziosi al 31 dicembre 2022 e la fotografia sulle risorse finalizzate e apparentemente inutilizzate da parte delle Aziende ospedaliere e sanitarie, per le quali si è in attesa delle risultanze. Una ricostruzione contabile essenziale per Rocca e Urbani, per aggredire l’indebitamento sanitario, partendo, in primis, dal taglio degli sprechi e dalla ristrutturazione dei debiti del comparto. Ma soprattutto per liberare le risorse necessarie a riqualificare l’assistenza, ad investire sulle risorse umane e ad ammodernare le strutture sanitarie e le tecnologie, il tutto con l’obiettivo irrinunciabile di migliorare l’esperienza del cittadino con il Servizio sanitario del Lazio.