L’uomo fin dall’antichità è stato attratto dal lago di Bracciano, come testimoniato dai tanti reperti che si sono sedimentati sulle sue rive nel corso dei secoli. Il pescato del lago, il clima adatto alla coltivazione della vite e dell’ulivo, le ampie foreste dove trovare legna e cacciagione, e le radure dove seminare il grano, unitamente alla sua innegabile bellezza, hanno attratto molti, dal semplice contadino ai potenti dell’Etruria e della Roma Imperiale. L’inesorabile trascorre del tempo e le bizze idrogeologiche hanno però reso invisibili ai più le tracce del passato.
Giuseppe Cordiano, docente di storia romana all’Università di Siena, ha dedicato molta della sua attività proprio alla ricerca di queste tracce e grazie alla nuova edizione dell’iniziativa “Archeobattello. Il vino sabatino tra Etruschi e Romani” organizzata dal Consorzio lago di Bracciano e dalla Fisar Manziana-lago di Bracciano ha potuto raccontare ai partecipanti il frutto di questo lavoro.
Grazie al particolare punto di vista fornito dalla motonave Sabazia II del Consorzio, Cordiano ha potuto mostrare i numerosi reperti portati alla luce negli anni, oltre a raccontare tante curiosità su come il lago è nato e su come viene alimentato. Molti di noi, anche se nati qui o residenti da decenni, non conoscono le tante storie delle popolazioni che si sono succedute sulle rive del lago. Ignorano che la parte sottostante del caseggiato principale della tenuta Vicarello sono in realtà i resti della villa dell’Imperatore Domiziano, che lungo le sponde del lago furono costruite in età imperiale ben ventuno ville di senatori romani ora sommerse per il repentino innalzamento delle acque avvenuto nel 63 d.C., o che il mucchio di sassi che si vede nelle acque antistanti alla Collegiata di Anguillara sono i resti di un antico faro romano.
Particolarmente interessante poi l’intervento di Alessandra Somaschini, dirigente dell’area progetti speciali della Regione Lazio, che ha illustrato il progetto “Ossigeno” del quale è responsabile, finalizzato alla piantumazione di nuovi alberi e arbusti nel territorio della Regione Lazio sottolineandone l’importanza per il lago e per la qualità delle sue acque. La grande competenza poi dell’intervento di Daniela Esposito, docente del Dipartimento di storia, disegno e restauro dell’architettura, presso la Sapienza Università di Roma, ha arricchito ancor più questa inconsueta crociera nel passato.
Per concludere il viaggio non poteva mancare un’incursione nel mondo del vino, una dei prodotti di punta delle ville romane che sorgevano sul lago, grazie all’intervento del docente Fisar Antonio Mazzitelli, che ha parlato dei vini in anfora, antichi e moderni, guidando poi un’interessante degustazione di quelli moderni e dei prodotti tipici del territorio sapientemente preparati dalla “Cucina di Nadia Malpassi”.
Sara Fantini