23 Novembre, 2024
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Palazzo Valentini, argomento spettacoli dal vivo e operatori del settore

Sostenere la programmazione degli spettacoli dal vivo e gli operatori del settore è stato l’argomento promosso dall’Associazione generale italiana dello spettacolo (AGIS Lazio) a Palazzo Valentini, sede istituzionale della Città metropolitana di Roma.

Assieme alla Regione Lazio, Città metropolitana di Roma e Roma Capitale, l’AGIS Lazio ha promosso quattro precise e specifiche proposte di intervento immediato a beneficio dello spettacolo dal vivo e più precisamente degli operatori del settore privato, di cui troppo spesso non viene pienamente premiato il fondamentale ruolo che comunque svolgono quali presidi culturali del territorio.

In particolare AGIS Lazio ha sollecitato la Regione a inserire direttamente nella prossima Finanziaria regionale due norme. La prima che destina risorse alle spese per investimento – esclusa ovviamente la manutenzione ordinaria – sostenute da teatri, auditorium e centri residenziali e permanenti di produzione di spettacolo dal vivo appartenenti al settore privato. La seconda che reintroduce attraverso l’aggiornamento del concetto di “Grande Evento” un prezioso strumento di co programmazione con gli operatori privati e con le amministrazioni dei piccoli comuni in rete.

“Aderiamo all’Osservatorio proposto da AGIS e raccogliamo le istanze del Presidente Francesco Carducci e dei lavoratori del settore perché come amministratori, oggi, viviamo una fase della costruzione del bene comune che mettiamo a disposizione soprattutto dei più fragili. Abbiamo, inoltre, il dovere morale di ricostruire nelle nostre città, nei quartieri e nei Comuni del territorio, un processo di coinvolgimento culturale che è lo strumento fondamentale sia per esercitare la bellezza delle nostre radici che per alleggerire a livello terapeutico i processi riabilitativi. Proprio attraverso l’Osservatorio – ha dichiarato Tiziana Biolghini, Consigliera Delegata alle Pari Opportunità della Città metropolitana di Roma – potremmo non solo monitorare le attività, ma soprattutto programmare nei territori la valorizzazione del tessuto socio culturale e investire laddove sono mancate le occasioni. Solo attraverso la cultura potremmo fornire quegli strumenti per riconoscere il disagio sociale e curarlo attraverso le attività che andremo a costruire assieme”.

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