23 Novembre, 2024
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Pace, due popoli, due Stati

Ascoltando le drammatiche notizie che arrivano dal medio-oriente, mi sono reso conto che, dal primo giorno in cui ho iniziato a fare attività politica fino a questi ultimi giorni, due sono state le maggiori preoccupazioni sul versante di quei tormentati territori. Il diritto dei Palestinesi ad avere uno Stato indipendente, necessariamente confinante con Israele, un paese dove gran parte dei cittadini è sempre stata contraria a questa soluzione e il diritto di esistere di Israele, uno Stato circondato da paesi arabi, dove gran parte degli abitanti è sempre stata contraria a questa presenza.

Nonostante il passare del tempo, nulla è cambiato, nemmeno le preoccupazioni e siamo ancora qui a chiederci come evitare che continui questo bagno di sangue, questa strage infinita d’innocenti.

Credo che la parola d’ordine, per un vero democratico alla ricerca di una soluzione pacifica, debba continuare a essere sempre la stessa: “due popoli, due Stati”. 

Da un lato la storia di un popolo perseguitato, ghettizzato per secoli, in tutte le parti del mondo, che ha trovato giustamente, dopo il terribile olocausto, i confini di uno Stato nei luoghi della propria storia e dall’altro una popolazione che pretende, giustamente, di avere, finalmente, uno Stato che nessuno è riuscito ancora a realizzare, nei luoghi della propria storia.

Credo che sia l’unico esempio di conflitto, nella storia del mondo, che si trascina da millenni, dove Gerusalemme continua a essere la città sacra delle tre grandi religioni monoteiste. Difficile trovare una soluzione ma le cose difficili non sono impossibili.

Occorre ricordare che, nel corso di questa lunga storia, ci sono stati momenti in cui l’accordo sembrava vicinissimo ma ogni volta che si stava faticosamente arrivando a una possibile soluzione, qualcuno ha sempre provocato nuovi scontri e, di conseguenza, repentini cambi di potere nei due popoli.

Ecco allora che la guerra torna, ancora una volta, a essere l’unico strumento per affermare le proprie ragioni. 

Per questo motivo alla parola d’ordine “due popoli, due Stati” bisogna sempre affiancare la parola “pace”, come unica soluzione per risolvere l’antico conflitto. Purtroppo anche in questi giorni, sui social, in tv, sui giornali e anche tra di noi, siamo tutti protagonisti di numerosi dibattiti che portano sempre, inesorabilmente, a dividere piuttosto che a unire. Sono convinto che tutto questo accada perché entrambi i popoli hanno ragione ma quando reagiscono, entrambi finiscono per avere torto ed è su questo che ci si divide.

È del tutto evidente che basta aggiungere qualcosa alle parole “Pace, due popoli, due Stati” e si scatena la rissa.

Bisognerebbe avere la capacità di non aggiungere altro perché se cerchi di spiegare le ragioni di una pace… scoppia immediatamente la guerra!

Lorenzo Avincola

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