21 Dicembre, 2024
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In memoria del tenente Salvatore Negretti, medaglia d’argento al valor militare

Un dono speciale per ricordare un giovane braccianese

 Il 30 ottobre 1917 a Farla di Majano (Udine), cadeva opponendosi all’avanzata di un reparto tedesco il Tenente del 246.mo Reggimento di fanteria Salvatore Negretti, giovane braccianese che difese fino all’estremo sacrificio e in condizioni di assoluta inferiorità, la posizione affidatagli lungo il canale Ledra, per difendere la popolazione di Farla e la ritirata delle truppe, dopo Caporetto.

Salvatore morì nei pressi della turbina posta sul canale di Farla, gli fu tributata la medaglia d’argento al valor militare.

I Negretti erano una famiglia semplice, contadina, con cinque figli maschi e una femmina: per sostenere la famiglia, Salvatore e suo fratello Giuseppe si arruolarono nelle forze armate; Costantino invece rimase sempre a sostegno dei genitori. Lo scoppio della prima guerra mondiale coinvolse tutta la famiglia che, presto, fu raggiunta dalla notizia della morte del figlio Adolfo.

A seguito di questo evento Salvatore, che prestava servizio in Libia, chiese di essere inviato al fronte per sostituire il fratello caduto ed essere, per quanto possibile, a fianco degli altri fratelli, tutti richiamati.

Il suo estremo sacrificio, avvenuto durante una drammatica fase della ritirata, non può essere considerato un casuale episodio di eroismo: la sua decisione di dare tutto sé stesso è coerente con le sue qualità di soldato e cittadino e con i valori nei quali credeva quali, senza retorica, l’onore, la solidarietà, il senso di appartenenza.

Al termine della Grande Guerra Costantino, che aveva lavorato come prigioniero in Germania in un’azienda agricola facendosi apprezzare per le capacità e il comportamento, tornò a casa per sostenere i vecchi genitori sofferenti per le vicende della guerra, che gli aveva strappato due figli.

Da reduce, Costantino fu assunto in qualità di manovale dalle ferrovie dello stato ma, poiché partecipò a uno sciopero, fu licenziato: solo negli anni Cinquanta gli venne riconosciuto il torto subito per l’ingiusto licenziamento e ottenne una piccola pensione.

Così, con i pochi risparmi, Costantino decise di far erigere nel 1958 una stele, grazie anche al supporto sul luogo della famiglia Di Leno, che si rivelò fin da subito un’amicizia profonda, per manifestare ammirazione e ricordare i valori che avevano ispirato la sua vita e il suo sacrificio.

La comunità di Maiano e la frazione di Farla, conserva con dedizione la memoria dei caduti e, in particolare, quella del nostro Salvatore custodendo la stele e celebrandone la ricorrenza nelle commemorazioni ufficiali.

Anche quest’anno, come già in precedenza, Farla non lo ha dimenticato e ha accolto il nipote di Salvatore, il nostro concittadino Amleto Flamini, che ha donato in segno di riconoscenza a quella comunità tutti i cimeli del giovane eroe: la medaglia d’argento e due fioretti con i quali Salvatore tirava di scherma, come era consuetudine per gli ufficiali dell’epoca.

Alla toccante cerimonia di consegna della medaglia, svoltasi  il 28 ottobre alla presenza delle autorità cittadine di Majano di Udine, della delegazione degli Alpini, dell’associazione “Farlatti”, che cura la conservazione del monumento e ne custodisce i cimeli, erano presenti  quali accompagnatori di Amleto Flamini, già Presidente del Lions Club Bracciano-Anguillara Sabazia-Monti Sabatini gli amici e soci del suo Club: Paola Flamini, Francesco Rinaldi, Gabriele Brenca, Alessandro Colavolpe, Anna Ramella, Simonetta Di Camillo.

 

 

 

 

 

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