23 Novembre, 2024
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Carlo Spinelli (IdD): “La tragedia di Tivoli si poteva e doveva evitare”

Nella tarda serata di venerdì 8 dicembre, è divampato un incendio che ha danneggiato l’ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli. Il disastroso evento ha provocato la morte di tre persone e l’evacuazione dei circa 200 pazienti ricoverati nel nosocomio tiburtino. Il Segretario Provinciale romano del movimento Italia dei Diritti nonché responsabile nazionale per la Politica Interna Carlo Spinelli solidarizza con i familiari delle vittime e i pazienti costretti al frettoloso trasferimento in altri ospedali della regione:” Un episodio quello accaduto a Tivoli che ha coinvolto l’ospedale San Giovanni Evangelista che si aggiunge alle tragedia italiane evitabili se si seguissero le normali procedure legate alla sicurezza e alla manutenzione delle infrastrutture. Prima di parlare dell’accaduto però voglio esprimere le mie condoglianze anche a nome della responsabile della Valle Aniene Agnese Roberti e del responsabile per Tivoli Enrico Perniè, ai familiari delle tre persone rimaste vittime dell’incendio e solidarizzare con i pazienti che sono stati evacuati dall’ospedale di Tivoli e trasferiti in altri nosocomi. Le fiamme a quanto sembra – prosegue Spinelli – sarebbero partite dall’esterno e precisamente dove vengono stoccati i rifiuti e pare non siano di origine dolosa; sotto osservazione dei tecnici e degli inquirenti c’è l’impianto antincendio aggiornato, secondo alcune fonti, nel 2016. Ma sembra che ci siano molte anomalie procedurali che hanno preceduto questo evento ad iniziare dal monitoraggio effettuato dell’ Agenas ( Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali )  nell’ambito del PNE ( Programma Nazionale Esiti ) che a fine ottobre 2023 indicava l’ospedale di Tivoli tra gli 8 peggiori d’Italia e aveva chiesto di avviare una procedura di audit sulla qualità dei dati. Secondo fonti Agenas inoltre, più volte questa struttura avrebbe fatto registrare standard qualitativi molto bassi quindi – continua ancora Carlo Spinelli – già questo avrebbe dovuto far intervenire la Regione Lazio e la ASL competente. E se la qualità dei servizi forniti risultava scadente, anche su ciò che riguarda la sicurezza sembra ci siano state delle lacune; secondo fonti sindacali infatti, nell’ultimo periodo pare non fossero presenti squadre di servizio guardia antincendio e durante i corsi sulla sicurezza non sono state fatte fare al personale le prove di evacuazione. Se ciò rispondesse al vero, e questo spetta agli inquirenti accertarlo, sarebbe l’ennesima prova di come in Italia si è soliti intervenire a tragedia avvenuta e ci si ripulisca poi la coscienza portando solidarietà e conforto ai parenti delle vittime. Un’altra cosa sconcertante – continua ancora l’esponente IdD – viene rivelata da un paziente che, nel corso dell’evacuazione, insieme ad altri pazienti e operatori sanitari, sono stati fatti uscire attraverso l’obitorio ma si sono trovati di fronte a un cancello chiuso con un lucchetto la cui chiave non si trovava e solo con l’intervento della polizia che ha provveduto a rompere il lucchetto, queste persone sono riuscite a uscire dal perimetro ospedaliero, ma ci sono voluti circa 10 minuti prima che la situazione si risolvesse. Dopo questa tragedia, è uscita una notizia che indicherebbe come il 30% degli ospedali italiani abbiano bisogno di essere ristrutturati, ma questo richiederebbe la chiusura dei vari reparti per i lavori, cosa che sembrerebbe impossibile da attuare per non gravare negativamente sui servizi da fornire ai cittadini, ma a fronte di quanto è successo, questa vi sembra una spiegazione plausibile? Per le cause che hanno scatenato l’incendio, si sta indagando sulla mole di rifiuti presenti nei punti di raccolta; pare infatti che spesso gli stessi strabordassero spesso dai cassonetti e si sta quindi verificando se la gestione per la raccolta dei rifiuti fosse regolarizzata da una cadenza sufficiente a smaltire quanto conferito giornalmente. Inoltre è di queste ultime ore la notizia che presto verrà discusso nella giunta della Regione Lazio, il progetto di un nuovo ospedale che sorgerà a Bagni di Tivoli frazione del comune tiburtino, che sostituirà il San Giovanni Evangelista che svolgerà soltanto funzioni di pronto intervento. Il progetto del Policlinico Tiburtino a quanto afferma il Sindaco di Tivoli, rientra nel programma da almeno due anni e allora c’è da chiedersi se si doveva aspettare una tragedia per far si che venisse preso in considerazione e discusso in giunta regionale; purtroppo questa per l’Italia non è una novità. Adesso gli utenti del bacino che serviva l’ospedale di Tivoli, circa 400 mila persone, si trovano in una condizione disagiata, costretti  a rivolgersi ad altre strutture per cure ed esami diagnostici e di laboratorio e tra questi ci sono anche i residenti dei piccoli comuni della Valle Aniene che già convivono con una carente assistenza sanitaria nei loro paesi di residenza, e di questo come movimento ce ne stiamo occupando già da tempo, ora si trovano ad affrontare anche questa emergenza sanitaria della quale non sappiamo ancora dire se sia stata causata da una sfortunata fatalità, o sia dovuta alla negligenza umana. Saranno le indagini ad accertarlo – conclude Spinelli – ma il sospetto che non sia da attribuire al caso rimane molto forte”.

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