Migliaia di agricoltori sono in marcia verso la capitale indiana per protestare contro il governo nazionale e chiedere prezzi minimi garantiti per i loro prodotti.
Non è solo l’Europa ad essere scossa dagli scontri tra agricoltori e istituzioni. L’India è stata infatti teatro in questi giorni di un’ondata di proteste da parte del settore agricolo, che sono state però respinte con violenza da parte delle forze dell’ordine indiane che hanno utilizzato idranti e gas lacrimogeni sui manifestanti diretti verso la capitale.
L’agricoltura è un settore fondamentale per l’economia indiana e garantisce un reddito ad una fascia molto ampia della popolazione, ma tra crisi climatica, aumento dei costi di produzione e alcune leggi emanate dal governo la situazione è arrivata anche qui ad un punto di rottura.
Alla base della protesta contro il governo centrale, la richiesta di un prezzo minimo stabilito dallo Stato per i prodotti agricoli, una questione ricorrente nelle proteste scoppiate in questi mesi in tutta l’UE che dimostra come l’agricoltura non possa essere soggetta alle leggi di mercato se si vuole garantire la sopravvivenza del settore.
Gli agricoltori stanno inoltre chiedendo al governo un’equa distribuzione delle risorse idriche, la cancellazione dei debiti, un reddito maggiore e l’erogazione dei rimborsi per i danni causati ai raccolti dalle precipitazioni fuori stagione.
Migliaia di persone stanno quindi marciando verso Nuova Delhi per farsi ascoltare dal governo mentre le autorità hanno barricato la capitale per cercare di tenerli a bada.
La protesta in corso in questi giorni è però solo l’ultima di una serie di manifestazioni che sono iniziate nel 2020-2021 e arriva a pochi mesi dalle elezioni nazionali, un momento delicato per il governo e soprattutto per il primo ministro Narendra Modi in cerca di un terzo mandato, soprattutto in considerazione del fatto che gli agricoltori rappresentano un blocco elettorale molto influente nel Paese.
Nel 2020 gli agricoltori si erano mobilitati contro la riforma agricola introdotta dal governo. La situazione si era risolta con l’annullamento delle tre proposte di legge che avrebbero allentato le regole che hanno protetto gli agricoltori dal libero mercato e con l’accoglimento delle richieste dei manifestanti, promesse che però non sarebbero state mantenute portando ad una nuova ondata di proteste.
La mobilitazione proseguirà nei prossimi giorni e includerà uno sciopero rurale in programma per venerdì 16 febbraio durante il quale saranno sospese le attività agricole e negozi, mercati e uffici rimarranno chiusi.