“Un primo positivo passo verso l’apertura di un tavolo di confronto con la Regione Lazio atteso da oltre dieci anni dal comparto sanitario della salute mentale di cui fanno parte migliaia di operatori, strutture e comunità di accoglienza psichiatrica, familiari e pazienti che vivono quotidianamente il dramma del disagio psichico”. Ad affermarlo è Paola Marchetti, presidente nazionale di Confepi Sanità, che ieri è scesa in piazza fuori la sede della regione Lazio per richiamare l’attenzione dell’Istituzione regionale sulla situazione delle comunità psichiatriche accreditate, che, per i ritardi nei trasferimenti delle risorse dalla Regione e per le tariffe bloccate dal 2010, vivono una condizione di grande incertezza che ne mina la possibilità di intervenire in modo efficace, con ripercussioni negative sui pazienti e sugli stessi lavoratori.
“Nel Lazio il disagio psichico è una vera e propria emergenza che colpisce i nostri adolescenti. Secondo i nostri dati un ragazzo su sei che avrebbe bisogno di assistenza non riesce ad accedere alle nostre strutture”, afferma la presidente Marchetti. “Di fronte al riconoscimento dell’esplosione del disagio psichico, come problema trasversale alle classi sociali e alle generazioni, la carenza di una risposta pubblica proietta le nostre strutture private ed accreditate ad essere un autentico avamposto, ancorché insufficiente, nel contrasto allo stigma e nella riabilitazione terapeutica”.
Al termine della manifestazione una delegazione, composta dalla presidente di Confepi Sanità, Paola Marchetti, ed una giovane paziente, è stata ricevuta dal Direttore Generale della Regione, Alessandro Ridolfi, al quale è stato consegnato un documento di richieste e di rivendicazioni. “Il Direttore Generale, anche in rappresentanza del Presidente Rocca, si è detto disponibile a farsi carico delle nostre richieste e, coadiuvato da due tecnici che conoscono molto bene l’argomento ha voluto approfondire da subito alcune tematiche”.
“Il dottor Ridolfi ha proposto di avviare un percorso comune, con tanto di cronoprogramma, che, se rispettato, potrebbe portare la Regione ad una revisione complessiva della politica sulla salute mentale. Per quanto ci riguarda – conclude il presidente di Confepi Sanità – siamo soddisfatti dell’esito di questo primo incontro, che è anche il frutto della generosità di operatori, lavoratori, familiari e ragazzi che hanno voluto impegnarsi in prima persona per risolvere una serie di problematiche da cui dipende la tenuta di tutto un sistema”.