Amiche e amici carissimi,
nella ricorrenza del 1° maggio, Festa del Lavoro, ricordiamoci tutti gli immensi sacrifici dei nostri Avi, affinché oggi noi avessimo un “Paese normale e civile”. Tocca a noi tutti il dovere di difendere “normalità” e “civiltà” da chiunque, anche adesso, trami per tornare indietro.
Con molta umiltà noi de L’Agone, nel nostro minuscolo ambito, festeggiamo il 1° maggio, battendoci per inserire il Lavoro in una concezione moderna e senza schiavismi, sottraendolo all’economicismo cieco e sordo di una società appiattitasi sulla mera produzione per i consumi, ben lontana dai comuni bisogni per il miglioramento dell’Uomo.
Ricordiamo che in Italia la festa del 1° Maggio, istituita nel lontano 1889, fu abolita dal Fascismo; e che ancora nel dopoguerra, nel 1947, a Portella delle Ginestre, il bandito Salvatore Giuliano uccise 11 contadini, che manifestavano contro il latifondismo e per la dignità del Lavoro
Bisogna sorvegliare attentamente l’attuale organizzazione della società, affinché s’attui il principio costituzionale dell’equità nella distribuzione della ricchezza, in un quadro di maggiore democrazia. E bisogna impegnarsi per spegnere immediatamente le guerre in corso, riportando nel mondo una PACE, che ridia speranza e rimetta in piedi processi di ripresa lavorativa e di sviluppo per tutti.
All’indomani della terribile pestilenza del Covid, che ha ucciso nel mondi 3 milioni di persone e ne ha rese inabili almeno il triplo, ricordiamo quanti negli ospedali e ovunque sul territorio si sono sacrificati, non solo simbolicamente, per aiutare malati e indigenti: dalla Protezione Civile alle Forze dell’Ordine, dai Medici agli Infermieri, dal Personale Ausiliario a quant’altri.
Auspico una maggiore sensibilità sociale di ciascuno di noi, affinché si pensi in un modo meno egoistico, per dare un futuro migliore ai nostri figli e nipoti.
L’agone nuovo cercherà sempre d’impegnarsi, incalzando con proposte concrete la Classe Politica, per il miglioramento della qualità della vita dei Cittadini e per soddisfare i bisogni primari di noi tutti, così come sanciti dalla Costituzione.
Per l’associazione L’agone nuovo
Giovanni Furgiuele