Riceviamo e pubblichiamo – La nostra prima priorità è la pace, lo stop alla folle corsa al riarmo.
Occorre riconoscere lo Stato della Palestina, passo fondamentale per interrompere i crimini del governo Netanyahu, e costruire una vera prospettiva di pace per la coesistenza dei popoli in quella regione.
Occorre fermare il finanziamento ad armamenti nel conflitto ucraino, condizione per il cessate il fuoco e il rilancio di un negoziato in chiave multilaterale, che comprenda l’Unione Europea in ruolo di protagonista, escludendo l’intervento della NATO.
La NATO è di fatto un sistema militare di intervento globale, che non può essere considerata un dato di fatto indiscutibile, soprattutto davanti alla nuova evoluzione che ne proietta ulteriormente l’ambito offensivo di intervento, dall’Atlantico al Pacifico, senza che questo abbia meritato nemmeno un dibattito parlamentare.
Vogliamo una Europa che non appoggi le politiche guerrafondaie atlantiste
Contrastiamo l’attuale modello di sviluppo, che esporta guerra e alimenta dittature, impone accordi con dittature e strangola intere aree del pianeta generando fame, violenza e sfruttamento.
Lo contrastiamo pensando alla riconversione ecologica, che è transizione verso un diverso modello di società, è trasformazione profonda che investe assetto sociale, democrazia, diritti, e pace, per far crescere l’economia nel senso della redistribuzione delle ricchezze e lotta alle povertà, e dunque far crescere la qualità della vita, senza distruggere l’ambiente. Tutto si tiene insieme, e l’uso delle armi, la guerra, son strumento essenziale per un riequlibrio dei poteri economici su scala globale nell’ambito di questo sistema economico e finanziario.
Volere la pace è enormemente più che una pur essenziale aspirazione umanitaria.
Negli ultimi 10 anni in Italia le spese militari sono aumentate del 26%, quelle per la sanità dell’11%, per l’istruzione solo del 3%: si sta passando alla militarizzazione della spesa pubblica e, più in generale a livello mondiale, si sta passando rapidamente dalla transizione ecologica alla transizione bellica: siamo nel pieno dell’avanzamento di una economia di guerra.
Battersi per la pace vuol dire battersi contro tutto questo, unisciti a noi.