I numeri dei giorni scorsi forniti da Legambiente confermano un dato che è sotto gli occhi di tutti. Non c’è luogo risparmiato dall’abbandono di rifiuti o dove comunque i rifiuti abbandonati, soprattutto piccoli, giungono a causa del trasporto da parte di acqua e vento. Ma raccogliere i rifiuti dispersi in ambiente può essere una soluzione o un’importante parte di essa?
‘Se proviamo ad immaginare un futuro migliore riguardo la gestione dei rifiuti, noi non lo immaginiamo con un numero sempre maggiore di persone che raccolgono i rifiuti dispersi dagli incivili ma piuttosto un numero inferiore di persone che sporcano’ spiega Andrea Nesi, responsabile Ambiente di AiCS.
‘Sia ben chiaro, non che raccogliere i rifiuti sia un’attività inutile ma è sicuramente secondaria, per non dire marginale, se messa in relazione con la costante immissione di rifiuti in natura. Noi crediamo molto nei piccoli gruppi che nelle città di ogni dimensione, decidono di prendersi cura di una via, un’aiuola e/o altro, un atto concreto di civismo ed esempio costante sul proprio territorio. Ne conosciamo diversi verso i quali nutriamo un’ammirazione sconfinata poichè la loro è un’attività costante e di presidio. Ed infatti ne sentiamo parlare poco: piccoli gruppi agguerritissimi, che amano i propri luoghi e li curano in silenzio’ aggiunge Nesi.
Ma la battaglia in favore dell’ambiente, quella di avanguardia, si combatte sulla sensibilizzazione. E per noi la vera trincea è rappresentata dalla scuola primaria di primo e secondo grado laddove studenti e studentesse hanno la mente aperta, l’entusiasmo, la curiosità e la capacità di farsi sentire a casa propria. Gli anglosassoni lo chiamano empowerment, termine che sintetizza il tema dell’accrescimento della coscienza critica. Per noi l’empowerment è la stella polare e per questo incontriamo migliaia di bambini/e nel corso dell’anno facendoli giocare alla RIfiuthlon, una gara di raccolta rifiuti a premi che però non è un’attività di pulizia in senso stretto! Raccogliere rifiuti con le pinze solo in luoghi affollati, un rifiuto alla volta, senza sacchetti, non con lo scopo di pulire appunto ma trasformando i piccoli in educatori attraverso l’esempio. Speriamo che le energie saranno sempre più spese in questa direzione da parte di tutti coloro che a vario titolo si occupano di ambiente’ conclude Nesi