16 Luglio, 2024
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Arriva la richiesta del passaporto in ufficio postale, pro e contro

A partire dal mese di luglio il servizio di richiesta e rinnovo passaporti sarà disponibile in tutti gli uffici postali d’Italia. Lo ha annunciato il Direttore Generale di Poste Italiane Giuseppe Lasco al termine di un incontro con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sull’avanzamento del progetto Polis di Poste Italiane.

“La grande novità è che da luglio, conclusi i necessari passaggi normativi – ha dichiarato il Direttore Generale – questo servizio interesserà progressivamente gli Uffici Postali di tutta Italia, senza distinzioni tra piccoli e grandi centri”. Polis, ha aggiunto Lasco, “procede spedito, ad oggi abbiamo già avviato 2.400 interventi e completato oltre 1.500 Uffici Postali in tutt’Italia. Su indicazione del Ministero dell’Interno ci siamo fatti parte attiva per l’estensione del servizio di richiesta dei passaporti a supporto delle Questure e dei Commissariati, dallo scorso marzo abbiamo registrato più di 350 richieste sui 31 uffici postali in cui il servizio è attivo ed entro fine mese saranno già operativi oltre 130 uffici postali. Mi piace ricordare che oltre l’80% dei cittadini ha richiesto la consegna a casa del passaporto tramite Poste Italiane, con un risparmio di tempo e spostamenti importanti anche e soprattutto per l’ambiente”.

La risposta dell’Unc

“Bene, data l’emergenza e il caos che si sta verificando per il rinnovo dei passaporti. Bisogna dare modo agli italiani di andare all’estero anche in vista delle vacanze e, quindi, ogni provvedimento-tampone va bene” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“Sia chiaro, però, che questo servizio non deve restare a lungo in capo a un solo soggetto, trasformandosi in un monopolio alternativo alle questure. E’ necessario che il rilascio possa avvenire il più in fretta possibile anche altrove, ad esempio presso gli uffici anagrafi dei Comuni e questo perché,  altrimenti, visto che oramai Poste Italiane opera sul mercato per innumerevoli servizi (dalla luce al gas, dalla telefonia ai servizi bancari) è evidente che si tratterebbe di un ingiustificato privilegio concesso dallo Stato a danno dei concorrenti” conclude Dona.

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