Il diabete, spesso definito “malattia cronica” per la sua complessità, rappresenta una delle principali cause di cecità, amputazioni non traumatiche e insufficienza renale terminale. In Italia, colpisce tra 3,4 e 4 milioni di persone, con costi annuali che superano i 20 miliardi di euro. Nonostante l’invecchiamento della popolazione, le ospedalizzazioni per diabete sono in calo grazie alle innovazioni tecnologiche, che hanno migliorato la qualità della vita dei pazienti e ridotto i costi di gestione. Tuttavia, la mancata aderenza alle terapie e lo scarso automonitoraggio della glicemia rimangono problematiche significative, aumentando il rischio di complicanze. Le recenti innovazioni tecnologiche hanno rivoluzionato il controllo del diabete, riducendo ospedalizzazioni e accessi al pronto soccorso.
Durante l’evento “Equità di accesso all’innovazione – focus sui sistemi di monitoraggio glicemico nella cronicità del diabete – centro”, promosso da Motore Sanità con la collaborazione scientifica dell’AMD (Associazione Medici Diabetologici) e il contributo incondizionato di Abbott, è stata avviata una discussione tra istituzioni regionali, esperti e associazioni di cittadini per garantire un accesso equo a queste tecnologie attraverso criteri di eleggibilità condivisi. Obiettivo, assicurare a ogni cittadino le migliori cure disponibili, considerando l’innovazione un investimento vantaggioso per la salute pubblica e l’economia.
Potenzialità terapeutiche della tecnologia glicemica nel diabete: una visione integrata.
Secondo Paola Pisanu, Presidente Regionale AMD Sardegna e Coordinatore della Consulta dei Presidenti Regionali AMD, “L’utilizzo della tecnologia con sensore ha favorito una spinta verso il miglior controllo del diabete trattato con terapia insulinica intensiva (4 somministrazioni al giorno), perché consente di ottimizzare la terapia insulinica in sicurezza, permettendo di raggiungere medie e variabilità glicemiche vicine alla normalità, proteggendo nel contempo dal rischio di ipoglicemia che è insito nella terapia con insulina. Il rischio di ipoglicemia pur presente, nei pazienti in terapia con insulina basale ha minore impatto, ma l’esperienza clinica e la letteratura evidenziano come l’utilizzo del sensore anche in questa tipologia di pazienti, apre nuove possibilità di migliorare il compenso metabolico e diminuire l’inerzia terapeutica, con benefici che si protraggono anche dopo che il monitoraggio viene interrotto. La proposta dell’estensione all’accesso alla tecnologia anche in questa tipologia di pazienti, come anche in casi specifici ai pazienti che non praticano l’insulina e non sono esposti all’ipoglicemia, é in discussione anche in Sardegna. Come società scientifica, nell’ambito dei tavoli tecnici regionali abbiamo già avanzato una proposta di aggiornamento delle linee di indirizzo regionali sulla prescrizione della tecnologia che apra altre possibilità anche nel diabete tipo 2. La misurazione del glucosio è un caposaldo della terapia del diabete e deve essere sempre inserita in un percorso strutturato di educazione terapeutica, questo è vero per la misurazione della glicemia capillare (BGM) come per quella con sensore (CGM). Dal punto di vista clinico la tecnologia apre nuove possibilità terapeutiche, educative e di engagement, favorendo la consapevolezza della persona con diabete sull’impatto che hanno, per esempio, lo stile di vita, lo sport, i farmaci o una malattia intercorrente, sul buon controllo della malattia, e offre la possibilità di intervenire e supportare la gestione più efficacemente da parte dei curanti, e nel diabete tipo 2 questo si può ottenere anche con un impiego mirato, continuo o intermittente dei sensori”.
Implementazione dei centri anti-diabete in Campania: ottimizzazione della rete di cure e priorità nella prescrizione delle tecnologie di monitoraggio.
“La tecnologia applicata alla cura del diabete migliora la qualità di vita dei pazienti – spiega Pietro Buono, Dirigente UOD Attività consultoriale e materno infantile, Regione Campania. Nei pazienti più giovani rappresenta un vero e proprio valore aggiunto e anche nei pazienti più anziani semplifica il percorso di cura con una registrazione continua e puntuale della glicemia. Per questo e nella convinzione che la salute è un valore e che il valore aumenta se migliorano gli esiti e si riducono i costi, la Regione Campania ha attivato una serie di azioni volte a fornire a tutti i bambini e agli adulti affetti da diabete tipo 1 e a tutti i pazienti non compensati e in terapia insulinica affetti da diabete tipo 2 i sensori per la lettura della glicemia. I sistemi di misurazione della glicemia senza ago sono diversi e dialogano con altri sistemi di infusone continua della glicemia (microinfusori). Per questi ultimi, già prescritti da diversi anni, la Commissione regionale ha definito i corretti percorsi di appropriatezza prescrittiva, avviando in contemporanea la gara della centrale di committenza regionale SORESA spa. I Direttori Generali delle 7 aziende sanitarie locali campane stanno terminando l’attivazione territoriale di tutti Centri anti diabete della Campania (98), definendo la Rete di cure aziendali e i centri che prima degli altri si occuperanno più nello specifico delle prescrizioni di tecnologie applicate alla cura del diabete”.
Il ruolo del coordinamento delle associazioni dei pazienti e delle istituzioni regionali.
Fabiana Anastasio, Presidente del Coordinamento Associazioni dei pazienti diabetici della Campania, enfatizza l’importanza cruciale di una tecnologia affidabile nella gestione ottimale del diabete. “È certamente un indispensabile strumento – dice Anastasio – da abbinare alla terapia farmacologica per consentire atti medici demandati al paziente, nella sua quotidianità: in base al valore espresso dagli strumenti messi a disposizione dal mercato e dal SSN, noi pazienti possiamo definire al meglio il dosaggio dell’insulina da effettuare. Credo non serva aggiungere molto altro circa la necessaria ed indispensabile affidabilità dei device, certificata auspicabilmente, da scheda tecnica verificata a monte da Organismi appositi, per noi pazienti diabetici. Perché anche questo, cioè la verifica della reale affidabilità dei Device fatta da organi nazionali preposti a questo, con indicazioni presenti in scheda tecnica necessarie per poter accedere anche e soprattutto a gare regionali è qualcosa che andrebbe normata diversamente da oggi, come dimostrato dalle difficoltà registrate purtroppo in Campania, dai pazienti e dagli Organi Regionali, a seguito di una recente gara sui sensori per la glicemia, che ha alla fine indotto molti pazienti, soprattutto quelli più anziani e fragili, quindi, paradossalmente, i più bisognosi di attenzione, a tornare al controllo capillare! Solo grazie alle guerre portate avanti dal Coordinamento delle Associazioni dei Pazienti ed alla collaborazione con le Istituzioni Regionali siamo alla fine riusciti ad intraprendere una strada che, speriamo a breve, porti ad una nuova gara basata su presupposti assolutamente diversi: inclusiva e, soprattutto, con obiettivi condivisi dall’intera Commissione Diabetologica Regionale nominata Tavolo Tecnico propedeutico alla gara stessa. Si va avanti fiduciosi ed in attesa di una cura definitiva, chiediamo al Governo ed ai Sistemi Regionali supporto affinché ci vengano forniti tutti gli strumenti necessari per gestire in maniera ottimale una patologia paradigma della cronicità”.
Equità nell’accesso alle tecnologie nel trattamento del diabete: una prospettiva nazionale.
Emilio Augusto Benini, Presidente FAND, sottolinea l’importanza dell’aderenza terapeutica e l’utilizzo di nuovi farmaci e tecnologie per migliorare la qualità di vita delle persone con diabete. “Sappiamo che l’aderenza terapeutica – spiega Benini, una miglior qualità di vita per le persone con diabete si può raggiungere attraverso sia l’educazione terapeutica che l’utilizzo di nuovi farmaci e tecnologie. Sono proprio le tecnologie, come i sensori glicemici, che permettono alla persona con diabete di gestire al meglio il proprio diabete. L’autocontrollo è un elemento fondamentale per gestire la propria malattia. Come presidente nazionale FAND l’accesso alle nuove tecnologie purtroppo è difforme da regione a regione e così facendo si creano forti disparità tra diabetici residenti in regioni diverse. Ci sono poi regioni che sono molto indietro rispetto alle tecnologie come ad esempio la regione Puglia che impone restrizioni come i centri prescrittori. Possiamo comprendere la necessità di avere un sistema sostenibile, ma non possiamo assolutamente condividere che questa sostenibilità sia a scapito della salute delle Persone con diabete. Se la salute è un diritto costituzionale allora dovrebbe essere garantita a tutti a prescindere dalla sostenibilità”.
Educazione e coinvolgimento nell’uso dei sensori nel diabete: massimizzare la qualità della vita.
“I sensori migliorano la qualità della vita – ribadisce Riccardo Trentin, Presidente Federazione Rete Sarda Diabete, ma occorre il coinvolgimento attivo della persona stessa con percorsi educativi tali da favorire e contribuire a identificare il dispositivo che sia il più vicino possibile ai bisogni quotidiani e personalizzati della persona con diabete. Per questo è utile un percorso educativo ripetuto nel tempo, che parta da un chiarimento sul dispositivo per poi arrivare alla condivisione di esperienze vissute, in cui le associazioni pazienti hanno un ruolo fondamentale quali guida e supporto vicino alla persona con diabete. La scelta del sistema migliore per il paziente va fatta sulla base di criteri come gli allarmi, la semplicità d’uso, l’accuratezza e l’adattabilità alla vita della persona con diabete che dovrebbe essere l’aspetto più importante che deve incidere sulla scelta”.
Evoluzione tecnologica nel trattamento del diabete: il caso della regione Marche.
“La Regione Marche è sempre stata molto sensibile alle tecnologie del mondo del diabete – chiosa Massimiliano Donato Petrelli, Medico diabetologo, Funzionario ARS (Agenzia Regionale Sanitaria), Regione Marche. Già nel 2000 abbiamo una delibera per ottimizzare la prescrizione dei presidi per autocontrollo glicemico in base ai dettami delle linee guida di allora. L’aggiornamento dei presidi è talmente veloce che nel 2004 una nuova DGR adegua materiali e quantitativi alle nuove indicazioni delle società scientifiche. Con l’avvento dei microinfusori e dei sensori glicemici abbinati, nel 2006 una nuova DGR garantisce tale presidio ai diabetici di tipo 1 su tutto il territorio regionale. Per ottimizzare la prescrizione si decide di avvalersi di un periodo di prova di due mesi durante i quali sia il paziente sia il diabetologo verificano il corretto utilizzo e il miglioramento della gestione del diabete. Al termine del periodo, durante il quale i costi del materiale sono coperti dalla ditta produttrice del presidio, se il diabetologo e il paziente sono soddisfatti e convinti, si procede con l’acquisto. In caso contrario si trova un’altra soluzione senza aver gravato sulle casse pubbliche. Nel 2017 una nuova DGR norma la prescrizione dei sensori “non collegati a microinfusore” e dei sistemi Flash Glucose Monitoring, garantendo anche qui l’accesso su tutto il territorio regionale e, anche qui, dopo un mese di prova a carico della ditta produttrice (per evitare sprechi in pazienti non collaboranti o che cambiavano idea). Già in questa delibera si specifica che queste nuove tecnologie devono essere date (sotto la supervisione dello specialista diabetologo) non solo ai diabetici tipo 1 ma anche ad altre forme di diabete con precario controllo glicemico o che necessitino di uno strettissimo controllo glicemico (diabete in gravidanza, diabete tipo 2 con terapia insulinica multi-iniettiva e scompensato, ecc.). Infine, per ovviare ad alcune difficoltà di consegna dei sensori glicemici (ad opera delle aziende sanitarie territoriali) da questo anno il paziente può ritirare mensilmente i suoi sensori nella sua farmacia sotto casa, con prescrizione informatizzata (senza impegnativa o altra carta) del diabetologo. Una bella comodità per rendere la sanità sempre più vicina al paziente”.
Il punto di vista delle associazioni dei pazienti.
Lina Delle Monache, Presidente Federdiabete Lazio, ha ricordato quanto i sistemi di monitoraggio FGM e CGM dal punto di vista delle Associazioni Pazienti siano imprescindibili. “Tali device – spiega Delle Monache, non solo migliorano la qualità di vita ma risultano essere un investimento per la sanità. Riducono i costi a carico del Servizio sanitario nazionale (SSN) perché attraverso una migliore compensazione dei livelli glicemici, prevengono le complicanze, gli accessi al pronto soccorso per ipoglicemia grave e le ospedalizzazioni. Sono le vere voci di costo del diabete, circa il 50% della spesa per questa patologia, a fronte del fatto che solo il 4% dei costi è dovuto all’impiego dei device. L’abbattimento riguarda anche i costi indiretti grazie al recupero della capacità produttiva dei pazienti conseguente al miglioramento della qualità di vita, ma ha anche un impatto positivo sui caregiver. Si riducono, inoltre, le pensioni di invalidità in caso di complicanze. Un vantaggio a tutto tondo: migliora la salute e la vita dei pazienti e si evitano i dislivelli glicemici che, a lungo andare, portano alle complicanze. Un ulteriore grande progresso reso possibile dai sensori è l’empowerment della persona con diabete, il suo coinvolgimento nel percorso di cura. Insieme allo specialista, infatti, impara a gestire meglio la malattia e sviluppa una maggiore consapevolezza degli effetti della dieta. In ultimo il sistema FGM ha dimostrato di essere costo-efficace per il SSN. Per questi motivi è importante un allargamento a tutte le persone con diabete che possono beneficiare della tecnologia, un investimento per il SSN in termini di riduzione dei costi diretti ed indiretti, come accessi in Pronto soccorso e complicanze, e un investimento sociale grazie all’abbattimento dei costi indiretti dovuti alla necessità di fornire sostegno per invalidità, migliorando la vita dei pazienti e dei loro caregivers”.
Un nuovo approccio per l’equità di accesso alle cure in Regione Lazio.
Un’importante novità è stata introdotta nella Regione Lazio riguardo l’innovazione nei sistemi di monitoraggio glicemico e l’equità di accesso alle cure. A parlarne Vincenzo Fiore, Presidente Regionale AMD Lazio. “Una recente delibera, frutto di una sinergia significativa tra: Associazione Medici Diabetologi Lazio, il Professor Nicola Napoli, Presidente della Società Italiana di Diabetologia (sezione Lazio), Claudia Arnaldi, Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (Siedp) e Lina Delle Monache, Presidente Federdiabete Lazio, ha prodotto l’estensione dell’uso per il monitoraggio della glicemia a più semplice tecnologia ai pazienti diabetici di tipo 2 in trattamento insulinico con meno di 3 somministrazioni al giorno; inoltre, l’stensione è avvenuta anche per i diabetici di tipo 2 in terapia orale con glifozine e/o GLP1-RA, per un mese l’anno. Questo importante successo permetterà di ridurre il rischio ipoglicemico e migliorarne la variabilità. L’uso di queste tecnologie per le popolazioni di diabetici citate, può aiutare ad aumentare la consapevolezza di cura e a migliorare l’aderenza terapeutica, con importanti ricadute sullo stile di vita e sull’abbattimento dei costi sanitari. Si ringrazia la Regione Lazio, nella persona della Dottoressa Marzia Mensurati, Area farmaci e dispositivi della Regione Lazio, per la sensibilità e la collaborazione nella realizzazione di questo importante traguardo”.
All’evento hanno partecipato inoltre Emanuele Monti, Componente III Commissione Sanità, Consiglio Regionale della Lombardia, Francesco Saverio Mennini, Capo del Dipartimento della programmazione, dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del Servizio sanitario nazionale del Ministero della Salute.