Sul sagrato di Piazza San Pietro, domenica 26 maggio, Papa Francesco ha continuato quel dialogo che aveva aperto il giorno prima allo Stadio Olimpico di Roma per celebrare la Prima Giornata Mondiale dei Bambini. Anche in questa Seconda Giornata erano presenti una moltitudine di bambini, numerosissimi adulti ed anche molti rappresentanti istituzionali. Papa Francesco, di fronte a una piazza gremita, ha celebrato la Santa Messa e ha mantenuto il tema della pace al centro del dialogo, invitando i bambini a pregare per i nonni, per i genitori, per i bambini malati “Pregate per la pace nel mondo” ha detto il Papa incitandoli ad amare il prossimo e a conservare le amicizie per condurre una vita gioiosa.
Dopo l’Angelus, al termine della Messa, Roberto Benigni, da vero “maestro”, con la sua esuberanza gestuale e verbale, ha affascinato la piazza con un monologo in cui esortava i bambini a creare un mondo di pace.
“Sono pieno di gioia come un cocomero!”, ha detto Benigni dopo aver baciato il Papa, dimostrandosi a proprio agio, ma anche emozionato di trovarsi lì in Vaticano, nello Stato più piccolo del mondo e di fronte a Sua Santità, l’uomo più grande del mondo.
Un monologo avvincente quello di Benigni, che con la sua semplice ironia e quella diretta comicità dal candore infantile ha raggiunto certamente il cuore dei bambini e mi auguro anche quello di tutti gli adulti presenti, perché come lui afferma “I bambini sono il nostro futuro, la gioia di domani, una cosa meravigliosa…”. I bambini sono amore e il mondo dell’infanzia è un paradiso dove i bambini devono poter sognare senza chiudere gli occhi anzi tenendoli ben aperti per leggere, scrivere, inventare.
Come il più consumato dei maestri, Benigni incita adulti e bambini a rivalutare le fiabe perché – lui dice – il mondo senza fiabe sarebbe tristissimo. “Sognate, inventate, trovate storie” dice Benigni ai bambini cui racconta la fiaba più corta del mondo, quella di Rodari: “C’era una volta un gatto che andava in Canada e questa è la metà; aveva un cartoccetto con dentro del prosciutto, e questo è tutto”. Pertanto dice ai bambini inventate “fate le cose difficili e se sbagliate non vi preoccupate perché gli errori sono necessari e anche utili, … divertitevi, … amate ciò che fate e non vi accontentate di fare un buon lavoro ma lo dovete fare al meglio, … “. Suggerisce agli adulti di far leggere, creare, inventare il più possibile perché le menti dei bambini non sono vasi da riempire ma sono fuoco da accendere.
Si rivolge ai bambini esaltando il valore del dubbio, tanti più dubbi si hanno e meglio è, quando si è incerti su cosa fare occorre saper chiedere aiuto, senza paura e senza vergogna perché nel mondo siamo un tutt’uno, siamo tutti insieme, una sola persona, una stessa umanità…. “Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro costruire un mondo più bello, un mondo migliore perché noi non ci siano riusciti.” Così egli incoraggia i bambini a costruire un mondo di pace, dove ciascuno di loro può portare il suo pur piccolo contributo verso il bene “cercate di fare le cose belle, rendete gli altri felici, e per farlo bisogna essere felici. Siate felici …”. Mi piace questa idea di bene che non cerca di rendere gli altri più buoni ma di renderli felici, perché “noi possiamo rendere più buoni solo noi stessi diventando l’adulto che avreste voluto accanto quando eravate bambini…. Non fuggite dal mondo ma gettatevi in esso con le ali della vita,… Imparate più parole possibile…Leggete…siate profondamente buoni; come ha detto Gesù nel Vangelo sul discorso della montagna. La vita è amore, conoscenza, compassione per il dolore che attraversa l’umanità; prendetevi cura del mondo, amate chiunque sia. Voi sapete cos’ è l’amore”. Con un tono sempre più appassionato Benigni continua” Un mondo spesso è governato da gente che non sa cos’è la misericordia, l’amore. Gente che commette il più grave e il più stupido dei peccati: la guerra… La guerra è una parola brutta, sporca tutto, non la si può ascoltare”.
La guerra deve finire e ciò è possibile, perché come le fiabe possono diventare realtà, allora anche noi possiamo trovare il modo di far diventare le parole una realtà. Quello che diciamo può diventare vero, allora esiste certamente una parola per fermare per sempre la guerra, noi adulti non l’abbiamo ancora trovata; “cerchiamola insieme in tutte le lingue, con fantasia, passione ma di certo – afferma Benigni – la troverete voi, noi possiamo raccontarvi storie che facciano ridere i bambini…e se un giorno tutti i bambini della terra potranno ridere tutti insieme sarebbe il momento più bello della storia del mondo”. Così Benigni ha insegnato ai bambini facendoli divertire e così ha sollecitato noi adulti a prenderci cura con amore non solo dei bambini ma di chiunque.
Anna Maria Onelli
Redattore L’agone