Al Governo si chiede coerenza sui criteri con cui è stato stilato il Pnrr
Ci troviamo a dover affrontare un periodo che si prospetta altamente critico senza avere un governo che dopo circa due anni, abbia concretizzato atti concreti e responsabili di questa situazione, che annunciano cambiamenti profondi nell’assetto istituzionale del nostro Paese, primo fra tutti una non meglio precisata forma di presidenzialismo che necessiterebbe invece un lungo periodo di riflessione in tutto il Paese e non in una parte di esso.
Come Direttore, a livello locale abbiamo sempre cercato di dare voce al campo “progressista” della società e anche questa volta non ci tiriamo indietro ponendo sul tavolo alcune questioni che il governo Meloni dovrebbe affrontare e che pensiamo gli elettori (lettori) del nostro giornale dovranno tenere in considerazione, nel momento in cui si recheranno alle urne.
Riteniamo che per la situazione attuale, il governo dovrà essere coerente ai criteri con cui è stato stilato il Piano nazionale di ripresa e resilienza, primo fra tutti la Transizione ecologica necessaria a ridurre progressivamente (non lentamente) l’uso delle fonti fossili per la produzione di energia. Tale transizione è imprescindibile per dare un contributo concreto all’inversione del fenomeno del riscaldamento globale.
Le cronache di questi giorni ci mostrano in modo lacerante che siamo ancora lontani dall’aver risolto le questioni che riguardano il coinvolgimento paritario di tutti i cittadini alla gestione della cosa pubblica. Ci si riferisce alla “questione femminile”, è arrivato il momento in cui la realizzazione personale non deve essere condizionata dal genere, siamo tutti uguali, indipendentemente dall’identità sessuale a cui ci sentiamo di appartenere. Azioni concrete vanno intraprese in questo senso sia nel contrasto vero e proprio alle discriminazioni di genere e sia nella emancipazione da quella cultura che ancora tende a etichettare le persone assegnando loro una definizione di genere.
La scuola e la famiglia sono fondamentali per tale processo di emancipazione culturale. Dobbiamo quindi fare molta attenzione ai programmi sulla scuola e sulla famiglia che le forze politiche ci propongono. Lo stesso concetto va applicato anche a quelli che alcune forze politiche ritengono “diversi”, per il diverso colore della pelle, per la diversa cultura o per la provenienza. Chi pensa alla possibilità di organizzare dei blocchi navali come mezzo di contrasto agli epocali processi migratori dei popoli, processi indotti dalle carestie, dai fenomeni di desertificazione e dalle guerre, non merita la nostra attenzione.
Concludo scrivendo che ogni atto politico deve mirare al soddisfacimento delle persone e deve essere finalizzato alla partecipazione democratica per far si che ognuno si senta orgogliosamente cittadino della Repubblica. È necessaria inoltre una particolare attenzione agli strumenti dell’informazione, perché siano parte integrante dell’azione di governo volta a migliorare nei cittadini la comprensione e la condivisione delle soluzioni di volta in volta adottate. Meritiamo infatti un Paese “normale”, in cui poter condividere i valori fondamentali su cui è basata la nostra Repubblica.
Massimiliano Morelli