16 Luglio, 2024
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E Rocca finisce in fondo alla classifica di gradimento

Sanità Lazio, l’ombra del conflitto di interessi dietro il denaro pubblico ai privati

La Giunta regionale ha recentemente presentato la nuova programmazione per la sanità del Lazio. Per dare conto di quanto l’orientamento politico dell’attuale maggioranza miri a favorire soprattutto il ricorso al privato piuttosto che investire nel pubblico, è utile partire dalla delibera 153 del 5 maggio 2023. Con questo atto venivano infatti destinati 22 milioni e 889 mila euro all’acquisto da privato accreditato di prestazioni sanitarie relative all’assistenza ospedaliera e a quella territoriale nell’ambito del progetto sperimentale “Gestione sovraffollamento dei pronto soccorso” per il periodo dal 10 maggio 2023 al 30 aprile 2024.

Criticità

Successivamente, a dicembre 2023, per risolvere le criticità determinate dalla chiusura dell’ospedale di Tivoli, le strutture private accreditate presenti sul territorio della Asl Roma 1, 2 e 6 diventavano beneficiarie di ulteriori contributi pari a circa 10 milioni e 343 mila euro. Tra queste la Casa di cura “San Feliciano”, con l’aggiudicazione di 25 posti letto e la struttura del “San Raffaele” di Montecompatri per 15 posti letto. Ad aprile del 2024 ancora soldi pubblici alle imprese private: 8 milioni finiscono nelle tasche di altre strutture presenti sul territorio della Asl di Latina tra cui il “San Raffaele” di Sabaudia, la struttura che si aggiudica più posti letto, ben 30, per un totale di 1 milione e 549 mila euro.

Ancora una delibera

Infine, il 24 aprile, un’ulteriore delibera, la 294, stanziava circa 15 milioni e 708mila euro sempre a favore di strutture private presenti sul territorio delle Asl Roma 1,2,3,5 e 6, tra cui il “San Raffele” di Rocca di Papa con ben 95 posti per 3 milioni e 512 mila euro e il “San Raffele” di Montecompatri per circa 1 milione di euro; e infine le strutture del IRCCS “San Raffele Pisana” per 1 milione e 298 mila euro. Una pioggia di denaro pubblico pari a circa 56 milioni e 675 mila euro di euro destinata ai privati.

Chi spicca

A spiccare tra i maggiori beneficiari c’è il Gruppo “San Raffaele”. Rocca, che in passato ha lavorato per la “Fondazione Angelucci”, ha destinato all’azienda che fa riferimento al deputato leghista un totale di circa 19 milioni e 526mila euro. Tra le altre strutture quella del “Policlinico Italia”, dove lavorava il Capo di Gabinetto di Rocca, Giuseppe Pisano, che in totale ha ottenuto 870 mila euro di finanziamenti. A questi fondi, inoltre, si sarebbero aggiunti anche gli 8 milioni di euro per servizi di supporto e accoglienza all’interno dei pronto soccorso assegnati senza gara alla Croce Rossa Italiana se, a seguito dell’apertura di un procedimento da parte della Corte dei Conti, la stessa Regione non avesse deciso di sospendere quella convenzione prevista dalla DGR n. 978 del 28 dicembre del 2023.

Il doppio ruolo

Lo ha annunciato lo stesso presidente Rocca in occasione del Consiglio regionale dell’8 maggio, quando le opposizioni hanno sollevato il caso del doppio ruolo di Giuseppe Pisano che, da Capo di Gabinetto, ricopre dal 2021 anche la carica di Presidente del collegio dei revisori dei Conti della Croce Rossa Italiana. Come ricostruito dal Partito democratico, nel marzo 2023, con delibera che prevedeva l’esclusività, era stato affidato al dottor Giuseppe Pisano il ruolo di Capo di Gabinetto, confermato poi con una successiva delibera dell’aprile scorso da cui veniva fatto sparire il requisito dell’esclusività.

Dimissioni?

È quindi per questo che le opposizioni unite hanno chiesto le dimissioni di Giuseppe Pisano da Capo di Gabinetto. Sia dal punto di vista formale che sostanziale appare infatti del tutto evidente l’incompatibilità di Pisano nel suo ruolo in Regione Lazio. Un incarico che nel merito della vicenda legata all’affidamento diretto di 8 milioni di euro da parte della Regione alla Croce Rossa italiana dimostra la coincidenza delle figure di controllore e controllato e l’evidente conflitto di interessi. Per tornare al punto dal quale si era partiti, pur riconoscendo le difficoltà e i limiti che nei 10 anni di amministrazione di centrosinistra sicuramente sono stati registrati, il Gruppo del Partito democratico non accetta lezioni da nessuno. Quando infatti la destra parla di mancata programmazione da parte di chi c’era prima, la replica è che non è programmazione appaltare l’intero comparto sanitario laziale ai privati. Dopo aver ereditato una sanità regionale commissariata dal 2007, nel luglio del 2020 il Lazio otteneva la chiusura del commissariamento proprio mentre iniziava la battaglia contro il Covid.

Capitolo emergenza

Un’emergenza che ha visto il Lazio tra le migliori Regioni nel mettere in campo una strategia di contrasto e prevenzione e il “piano vaccinale” più efficiente ed efficace a livello nazionale ed europeo. Mesi difficilissimi durante i quali sono state investite risorse consistenti nel reclutamento di personale medico e infermieristico, nell’allestimento di hub vaccinali diffusi capillarmente su tutto il territorio e nell’adeguamento delle strutture di accoglienza, sia per quanto riguarda i macchinari che i posti letto necessari nelle terapie intensive e sub intensive. Inoltre, per quanta riguarda i LEA, che nel 2013 e 2014 con 152 e 154 punti erano ampiamente sotto la soglia minima fissata a 160, sono andati via via migliorando fino a superare i 200 punti con il Lazio tra le prime 10 regioni virtuose d’Italia.

Edilizia sanitaria

Sull’edilizia sanitaria, con Zingaretti presidente, il Lazio è arrivato a utilizzare il 100% dei vecchi fondi nazionali.  Per capire quanta strada è stata fatta basti dire che se nel 2013 eravamo solo al 51% di spesa, nel 2022 arrivavamo a oltre un miliardo di euro impegnati per costruire nuovi ospedali e migliorare quelli esistenti. Risorse alle quali vanno aggiunti ulteriori 674 milioni del Pnrr pianificati dal Lazio, prima regione italiana a firmare il contratto istituzionale di sviluppo del Pnrr – Missione 6 per la nuova sanità. Insomma da una parte fatti concreti, impegno costante a favore dei cittadini e di una sanità pubblica di qualità, dall’altra conflitti di interessi, soldi ai privati e annunci ai quali stentano a seguire i fatti. Tanto che i cittadini hanno cominciato ad accorgersene: nella classifica di gradimento dei presidenti di regione italiani stilata sulla base di un sondaggio effettuato da SWG, Francesco Rocca è penultimo.

 

 

 

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