Pensieri semplici ma ficcanti sull’importanza dei “momenti”
Dopo l’amore di chi ci ama, la cosa più preziosa, per ciascuno di noi, è il “nostro” tempo. Tutti noi ne abbiamo una certa quantità, che non conosciamo a priori, ma che sappiamo essere, purtroppo, limitata. Sprecarne, non usandolo per dare e avere amore e felicità, anzi dedicandolo a persone che non lo meritano o ci fanno star male, è una cosa che chiunque sia dotato di cervello, concorda essere una perdita assurda.
Chi ci vuole del male, non ha necessità di farci ferite fisiche, provocarci dolore, gli basta farci perdere il nostro tempo che, invece di usare per noi o per chi amiamo, viene dedicato a lui. Pensiamo a come potremmo utilizzare quel tempo che invece destiniamo a rimuginare a cosa ci sia stato fatto o a pensare ai guai che vorremmo accadessero a quella persona antipatica: si tratta del nostro tempo che stiamo sprecando inutilmente dedicandolo a chi non merita la nostra attenzione, ma solo di scomparire dalla nostra esistenza.
Inutile nascondere che “scaricare” la nostra rabbia per le ingiustizie ricevute con una sventagliata di maledizioni, riesca a lenire il nostro disgusto, ma fermo restando che oltre alla funzione psicologica lenitiva sul nostro “io”, le maledizioni non hanno alcun altro effetto, la cosa migliore da fare è poi dimenticarsi di chi riteniamo ci voglia male. Infatti, non dimentichiamo che tutti, nessuno escluso, ha una paura innata di “non esistere” e ha bisogno di continue verifiche della propria esistenza.
Prova ne sia il fatto che ci innervosiamo profondamente se qualcuno non rispetta un nostro diritto (odiamo chi salta la coda, chi ci taglia la strada, chi non risponde alle nostre domande eccetera) non tanto per un innato desiderio di rispetto delle norme, ma per la rabbia di non essere stati riconosciuti come esistenti, tanto è vero che non appena arrivano le scuse e le spiegazioni del comportamento messo in atto non riconoscendo la nostra presenza, si ritorna immediatamente al livello normale e si ha riconoscenza per chi ha riconosciuto la nostra presenza!
Allora ecco la soluzione: chi ci vuole male non esiste! Il bullo, il malfattore, la persona che vuole esistere facendoci del male o annullando la nostra presenza, per noi non esiste. Avremo il doppio vantaggio di non dedicare il nostro tempo a chi non lo merita e non ci merita e quell’individuo vi vedrà non riconosciuto e il suo dolore non sarà poco.
Riccardo Agresti, preside