7 Novembre, 2024
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Anguillara. Prevenzione e salute alla Stazione del Cinema

Si è svolto sabato 16 aprile un importante convegno dedicato alla salute in generale, ed alla prevenzione e la cura dei tumori al seno in particolare.

La Stazione del Cinema di Anguillara era gremita, tra relatori, volontari, testimoni e cittadini interessati all’argomento.

La prima a relatrice è la Dottoressa Daniela Terribile, della Fondazione Policlinico Gemelli. “Innanzitutto è importante che le donne parlino di cosa significa affrontare un tumore al seno, sdrammatizzando questo tabù. Poi  è importante che chi combatte questo nemico sia seguito da una squadra di specialisti coordinati tra loro, riuniti in una breast unit. Questi centri di terapie integrate al momento esistono solo in relazione alla senologia, ma il futuro vedrà la nascita di centri di riferimento per ogni tumore. I medici sono sempre più specializzati ed è fondamentale che lavorino in team. Questo permette alla paziente (e alla sua famiglia) di seguire un percorso lineare, in cui ogni medico sa cosa ha detto e fatto il suo collega, al fine di seguire una terapia efficace. Gli studi confermano l’efficacia di questo nuovo approccio. Nel Lazio esistono già 16 Centri, di cui 11 solo a Roma. Il Centro del Gemelli è il terzo in Italia, il primo nel Lazio, e parte del personale qualificato che vi lavora è sostenuto dalle donazione dell’associazione Susan G. Komen”.

La parola passa al Dottor Stefano Magno, della Fondazione Policlinico Gemelli. “La salute non è più vista come qualcosa di puramente fisico, ma è finalmente considerata nella sua totalità: una persona sana è una persona equilibrata. Per questo motivo le Terapie Integrate vanno preferite al vecchio approccio, in quanto si occupano del paziente sia dal punto di vista fisico che da quello psicologico, integrando le terapie antitumorali (chemio, radio, ecc.) con un potenziamento del sistema immunitario tramite un miglioramento dello stile di vita ed un empowerement psicologico.

Le terapie oncologiche integrate (MAI alternative) prevedono: nutrizione, agopuntura, riflessologia, mind body, omeopatia e fitoterapia.

I vantaggi di questo approccio terapeutico sono anche di tipo economico. Sempre più pazienti scelgono le terapie integrate e i dati confermano la loro validità.”

Il terzo relatore è il Dottor Alessio Filippone, della Fondazione Policlinico Gemelli, che ci parla dell’importanza di una sana alimentazione. “I dati ci dicono che il 38% dei tumori al seno si potrebbe prevenire, semplicemente seguendo uno stile di vita sano. L’attività fisica quotidiana è un fattore importante, così come la nutrizione. Confermiamo alcune voci e sfatiamo delle dicerie: le bevande zuccherate sono dannose, la carne rossa non deve uscire dalla nostra dieta (un adulto ne dovrebbe consumare circa 500 gr a settimana), insaccati ed affettati sono troppo grassi, il sale va ridotto al minimo, un bicchiere di vino rosso durante i pasti è salutare, le proteine si trovano anche in legumi, cereali,  pesce,  uova,  formaggi e nella carne bianca, sì all’olio d’oliva no al burro, sì a pasta/pane/riso integrali no agli stessi con farine bianche lavorate, assolutamente no alle sigarette ed agli integratori alimentari.

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Tutto questo però è nella nostra dieta da sempre; la dieta mediterranea è riconosciuta come la migliore al mondo e di fatto non esclude quasi nulla, nemmeno i dolci.”

Ci viene mostrato un video realizzato durante l’evento Rosa di Sera svoltosi lo scorso 13 aprile al Castello Odescalchi di Bracciano, che presenta anche le testimonianze di alcune Donne in Rosa. E una di loro, Simona, è presente in sala. Il racconto che ci fa della sua malattia, la scoperta, la paura, la lotta, la vittoria, ci tocca tutti profondamente.

La serata si conclude in allegria, ascoltando la jazz band Swing Garden mentre si gusta un apericena sana e gustosa.

Senza dimenticare che i volontari di Velia sono presenti per fornire informazioni e accettare iscrizioni per la prossima Race for the Cure, che si terrà a maggio, a Roma, e che serve a raccogliere donazioni per l’associazione Susan G. Komen.

Articolo di Monia Guredda

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