23 Novembre, 2024
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Scuola, la fine è parte del viaggio. E le emozioni di “uno del quarto”

Anche se l’estate è “appena” iniziata e settembre non è altro che un lontano miraggio dovuto all’afoso caldo estivo è impossibile non avere uno sguardo proiettato su ciò che verrà. E, mentre alcuni si godono la neo conquistata maturità, altri si preparano ad affrontare quell’ultimo anno scolastico che difficilmente si dimentica, avvolti da quell’aura di magia e nostalgia che solo la pausa estiva precedente il quinto anno possiede.

A guardare indietro si fatica a credere che il tempo sia trascorso così velocemente eppure, un battito di ciglia più tardi, si è passati dal primo al quinto anno. Con la conclusione della scuola superiore si ha l’apparente percezione di essere arrivati a un punto di svolta che non è però da interpretare come una brusca sterzata o un taglio netto. Quella “maturità” che simbolicamente segna il passaggio dall’età adolescenziale all’età adulta è, almeno per alcuni, un traguardo già raggiunto. Probabilmente anche per questo – nonostante la paura e l’ansia non scompaiano mai ma rimangano, al contrario, fedeli compagne fino alla fine – il futuro non appare più cupo. Sia chiaro: quando a giugno dell’anno prossimo per molti la campanella suonerà per l’ultima volta, non mancherà l’incertezza o lo smarrimento ma si avrà l’opportunità di farsi guidare anche dalla propria “maturità”.

Che si tratti di continuare con lo studio o immettersi nel mondo del lavoro, non bisogna combattere contro la preoccupazione di rimanere esclusi che acceca e brucia fin troppi giovani. Bisogna, piuttosto, confrontarsi con sé stessi e con ciò che grazie alla scuola si è diventati. Perché, nonostante le sofferenze, le difficoltà e i momenti di sconforto, la scuola, nelle sue sfumature più genuine, non ha mai smesso di formare, istruire e crescere. Così, quando a giugno la campanella suonerà per l’ultima volta e cercheremo lo sguardo dei nostri compagni, consapevoli di essere arrivati alla fine, in fondo al cuore esprimeremo il desiderio di poter trascorre soltanto un altro giorno senza pensieri.

Denis Andrei Mihut

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