17 Settembre, 2024
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Una riflessione delicata e attenta su Anguillara Sabazia

Dopo aver trascorso 11 anni come volontario al comune di Anguillara e aver collaborato alla realizzazione del progetto dei comitati di quartiere, mi permetto di far notare quanto sia impegnativo amministrare un paese a vocazione turistica che conta 20.000 residenti, di cui 17.000 nuovi insediati negli ultimi anni con evidenti problemi di aggregazione e l’assenza di un organo che li rappresenti verso le istituzioni.

A questo proposito già nel 2006 l’amministrazione Minnucci ha introdotto una grande innovazione con la modifica dello statuto che comprendeva nuovi istituti di partecipazione popolare, quali i “comitati di quartiere”, organismi che facessero da collegamento fra i cittadini e l’amministrazione.

Con l’ufficio ambiente iniziammo subito a lavorare al progetto e ci impegnammo a dividere il territorio in aree omogenee e da queste poi individuare i possibili quartieri. Iniziammo subito a fare assemblee pubbliche per sensibilizzare i cittadini a questo importante strumento democratico, fino al temine della legislatura. Ma nel periodo dal 2009 al 2010, causa la breve legislatura, il progetto ha subito uno stop.

Solo nel 2012 l’amministrazione Pizzorno ha deciso di riprendere i lavori per dare vita al progetto. Prima cosa, iniziammo a fare assemblee pubbliche per stilare un regolamento poi approvato nel 2014 all’unanimità dal consiglio comunale.

Una commissione tecnica di cittadini autorizzata dal consiglio comunale con l’incarico di identificare nelle aree possibili quartieri; dopo diversi pareri ne furono identificati 9, come evidenziati sulla carta dei quartieri. Iniziammo subito le prime assemblee nei quartieri e riuscimmo a realizzarne 3, dei 9 previsti.

Tutto è andato come previsto dal regolamento, i comitati con i loro presidenti hanno iniziato il loro lavoro, apprezzato dai loro cittadini, fino al termine della legislatura.

Successivamente l’amministrazione pentastellata ha prima portato alcune modifiche allo statuto comunale al riguardo. Poi una “commissione statuti e regolamenti”, dopo molti pareri sul regolamento del 2014 in vigore, ha deciso di approvare un nuovo regolamento, tuttora in vigore, che ha previsto l’azzeramento di tutto il progetto, compresi i 3 comitati già costituiti.

Oggi l’attuale amministrazione non ritiene indispensabile la presenza dei comitati di quartieri per amministrare questo paese; ma fra i cittadini si avverte sempre più forte la voglia di partecipazione.

Ora per riprendere il progetto interrotto occorre che la prossima amministrazione nelle priorità del suo programma elettorale, preveda la costituzione dei comitati di quartiere, dando così vita alla sussidiarietà, che permette ai presidenti di collaborare con l’amministrazione per risolvere problemi della comunità.

Benedetto Titocci

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