La notevole esposizione mediatica, le dichiarazioni pubbliche, le diverse misure legislative adottate o annunciate in questa calda estate delle prigioni italiane non sembrano aver sortito finora nessun significativo effetto capace di mitigare il grave affollamento degli istituti penitenziari del nostro Paese.
Secondo i dati del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria diffusi dal ministero della Giustizia, a livello nazionale, il numero di detenuti alla fine di agosto è pari a 61.758 per un tasso di affollamento effettivo del 132%: oltre 600 in più rispetto a fine luglio. Nel Lazio i numeri risultano ancora più critici con 6.879 presenti e un tasso del 149%.
Sono ben più dell’80% i penitenziari in tutta Italia in cui il numero dei presenti è superiore ai posti effettivamente disponibili e sono più di 100 quelli in cui tasso di affollamento supera il 130%.
Vale la pena qui di ricordare che all’epoca della sentenza Torregiani, e in particolare al 31 dicembre 2012, i detenuti complessivamente presenti in Italia erano stati 65.701 per un tasso di affollamento del 140%. Ci stiamo quindi avvicinando rapidamente a tale soglia e se non interverranno misure e iniziative rapide ed efficaci nei prossimi mesi saranno gli organismi sovranazionali ad obbligare il nostro Paese a intervenire.
Questa situazione così ampiamente diffusa non risparmia neanche i 24 bambini rinchiusi assieme allo loro madri: dei sette istituti in cui si trovano ben cinque sono sovraffollati. In particolare, per quanto riguarda la nostra regione, nell’istituto di Rebibbia Femminile dove vi sono due bambini il tasso effettivo di affollamento è del 138%.
Sempre riferendoci alla nostra regione se si escludono due case di reclusione della regione e la terza casa circondariale di Roma, destinata ai semiliberi e al trattamento avanzato per tossicodipendenti, tutti gli istituti di pena presentano tassi di affollamento effettivi superiori al 100% e in otto su 14 i numeri dei detenuti presenti superano la soglia del 140% sui posti effettivamente disponibili.
Va qui sottolineato che ben quattro istituti figurano tra i primi venti sovraffollati d’Italia: Rieti, Regina Coeli, Civitavecchia N.C. e Cassino e che tre di essi sono stati recentemente teatro di proteste e disordini. La situazione regionale non è difforme da quanto avviene nel resto del Paese dove sono solo due le regioni – il Trentino Alto Adige e la Sardegna, in cui il numero di detenuti è inferiore ai posti effettivamente disponibili.
In aumento anche i detenuti in attesa di giudizio
Inoltre, nonostante le intenzioni dichiarate da alcuni esponenti della maggioranza di governo di intervenire per limitare il ricorso a tale misura da parte della magistratura, si conferma anche la tendenza all’incremento dei detenuti in attesa di giudizio che si si sta verificando soprattutto nel Lazio. Nell’ultimo mese la loro incidenza sul numero di detenuti presenti è passata dal 24,8% al 25,5% in tutta Italia e dal 29,5% al 30,4% nel Lazio.
Infine, i detenuti stranieri costituiscono il 37,9% della popolazione detenuta in regione a fronte del 31,6% che si registra in tutta Italia. Anche su questo versante si registra un significativo incremento e inizio anno gli stranieri detenuti negli istituti penitenziari del Lazio sono aumentati di 123 unità corrispondenti a una percentuale del 4,9%.