La cronaca mostra come le aggressioni al personale sanitario siano sempre più frequenti. Medici, infermieri, professionisti della salute da tempo sono oggetto di violenze verbali e fisiche da parte di parenti e/o amici o dei pazienti stessi che ritengono di essere malamente assistiti. Soprattutto chi opera nei pronto soccorso lo fa in un ambiente che non è più né sicuro né rispettoso, dove si trova ad affrontare persone in perdita di controllo emotivo e talvolta sotto l’effetto di alcol o droga.
Solo tra il 2015 e il 2019 si erano registrati quasi 11 mila casi di aggressione nei confronti del personale sanitario che operava negli ospedali, nelle case di cura e di riposo, nei luoghi di assistenza infermieristica. Ciò aveva determinato un allarme sociale tale da portare alla promulgazione della Legge 113 /2020; questa fu approvata nel periodo di emergenza “Covid 19” quando si evidenziava la necessità di tutelare, per il ruolo sociale svolto, medici e infermieri impegnati nell’assistere le persone contagiate. Tale Legge non ha però interrotto l’escalation di violenza verso chi lavora ogni giorno per garantire la salute pubblica; tre giorni fa, il 27 settembre 2024, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri un nuovo Decreto Legislativo che inasprisce le pene rispetto alla Legge del 2020.
La presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) – Barbara Mangiacavalli – evidenzia che ogni anno vengono aggrediti verbalmente e fisicamente almeno 130.000 infermieri; plaude a questo Decreto Legge anti-violenza che commina pene più severe per chi aggredisce il personale sanitario e / o danneggia beni e strumentazioni del servizio sanitario.
Infatti il Decreto:
-prevede la reclusione da uno a cinque anni e una multa fino a 10.000 euro per chi danneggia beni e strutture sanitarie. Questa pena aumenta se il danno è causato da più persone;
-procede all’arresto obbligatorio in caso di lesioni al personale sanitario. Sarà possibile procedere anche all’arresto in flagranza differita, utilizzando foto e video, registrati da impianti presenti nella struttura sanitaria o effettuati privatamente da cellulari;
-non richiede nuovi e maggiori oneri per la finanza pubblica;
-diventerà effettivo il giorno successivo alla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Soddisfatti coloro che si sono adoperati per la realizzazione del Decreto: il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano che ha preannunciato l’installazione di sistemi di videosorveglianza nelle strutture più a rischio di aggressioni. L’aumento delle pene, l’introduzione dell’arresto in flagranza differita, il potenziamento del servizio di polizia negli ospedali potranno anche essere un deterrente ma andrebbero accompagnati da un’attività di sensibilizzazione della popolazione, sul piano culturale, in modo da restituire a tutti gli operatori sanitari la dignità e il riconoscimento umano ed economico che essi meritano.
Anna Maria Onelli
Redattore L’agone