Si svolgerà al Chiostro degli Agostiniani di Bracciano la mostra personale del pittore Cristiano Guitarrini, dall’evocativo titolo di “Frontiere dell’ordinario”.
L’evento, patrocinato dal Comune di Bracciano, si snoderà per tre giorni, da venerdì primo novembre a domenica 3 novembre.
In una stagione autunnale ricca di interessanti proposte culturali, la personale di Cristiano Guitarrini si innesta come uno splendido fiore, qui sulle rive del lago di Bracciano.
Il Chiostro degli Agostiniani è la cornice prediletta per gli eventi culturali del comune di Bracciano; situato ai piedi del maestoso Castello Orsini Odescalchi si trova inoltre nel cuore della vita sociale della città, in cui ogni vicolo offre un’ampia scelta di locali di qualità. Senza dimenticare che fortunatamente, da qualche anno, è tornato ad essere la sede del Museo Civico, piccolo gioiello locale che vi invitiamo a visitare.
L’accesso alla mostra è gratuito, così come per qualsiasi altro evento organizzato presso il Chiostro degli Agostiniani.
Una volta all’interno potrete godere della visione di acquerelli e oli che trattano soggetti cari all’artista; oggetti di uso comune, frutta, fiori e forme di pane, nella narrazione concreta ed eterea attuata dal Guitarrini assurgono a simboli, in una costante dialettica tra narrazione realistica e volontà di trasfigurazione.
L’artista sembra voler arrivare a sfiorare quel confine, quella frontiera, oltre il quale ciò che appare ordinario può giungere infine a trasformare la realtà in rivelazione.
I paesaggi esposti ritraggono Bracciano, Roma e Palermo, tutte città molto care all’autore, con pennellate eteree e materiche al contempo; non si tratta di meri racconti fotografici, ma di veri e propri diari dell’anima.
La luce è senza alcun dubbio il filo conduttore che lega tutta la produzione dell’artista, anche e forse soprattutto quando il soggetto diventa cronaca e tocca temi di denuncia sociale più cruda e drammatica.
Molto caro al Guitarrini è il ritratto e ovviamente non può mancare una sezione della mostra dedicata ai volti di parenti e amici del pittore; come per il paesaggio, anche in questo caso non si tratta di fotografare la persona in posa, ma di entrare in contatto profondo con essa e poter così trasporre su tela sì le fattezze del soggetto, ma soprattutto la sua luce interiore.
Anche l’autoritratto si fonda sulla ricerca, su un delicato dialogo interiore; non è un mostrarsi, ma un mettersi a nudo, senza autocompiacimento, senza facili auto assoluzioni.
Tutta questa ricerca, tutti questi dialoghi tra l’artista e se stesso, tra l’artista e i suoi soggetti (umani, animali e inanimati) passa poi agli occhi e all’anima dello spettatore.
Cristiano Guitarrini nasce a Bracciano nel 1977, dipinge sin dalla prima adolescenza e consegue il diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Roma.
Le opere di Guitarrini per lo più trattano, solo all’apparenza, soggetti semplici; parenti, amici, animali, un paesaggio, un fiore, una forma di pane… Eppure quelle pennellate così corpose eppure così leggere riescono a trasmettere qualcosa di infinitamente più profondo. Soffermarci a osservare uno dei suoi quadri significa entrare in diretto contatto con il mondo interiore e invisibile che il pittore è riuscito a cogliere con il suo sguardo e che tenta appunto di trasmettere a noi con la sua arte. Ammirare un’opera di Guitarrini fa scattare qualcosa nel profondo della nostra memoria portandoci a provare quella malinconia dolce che solo i ricordi preziosi possono evocare.
“Vorrei che la mia pittura cogliesse la compresenza tra il dato visivo e il suo superamento – afferma Cristiano Guitarrini – Farlo scorrere su quella linea dove l’emozione e il pensiero piegano il reale, senza annientarlo, fino a renderlo finalmente plausibile. E così avvertire insieme la sensazione del freddo alle ossa, la presenza ostinata della terra sotto i piedi, le nuvole gelose del sole e poi un altrove, suggerito da un imprevisto battito d’ali. Tutto ciò in una luce che è sublimazione della materia, senza che quest’ultima venga negata, poiché ne è il presupposto. Così come, dalla nostra umana esperienza, il corpo sembra essere il presupposto dell’anima”
“Cristiano Guitarrini cammina nelle città e in questo viaggio coglie il loro immenso caleidoscopio, emozioni e sentimenti, che con enorme maestria, traduce in pittura. Conosco il suo operato da tanti anni. Era un adolescente quando mi mostrò per la prima volta il suo lavoro e fui subito meravigliato della qualità delle sue opere. I suoi disegni erano di grande valore e sono stati la base per raccontare la bellezza e il dolore attraverso una pittura ricca, a volte impalpabile a altre volte fortemente materica” Pedro Cano, pittore spagnolo, maestro di Guitarrini e membro ordinario dell’Accademia dei Virtuosi dal 2013.
“La pittura emozionale di Cristiano Guitarrini fa ritorno a quei fuochi famigliari che ancora, faticosamente, secernono il loro portato umano; e fuochi sono le luci architettoniche che ardono o le ceneri prodotte dal degrado; fuochi i dolori che attraversano, quali ferite, i grandi centri urbani” Aldo Gerbino, poeta e accademico
“La sua pittura confidenziale resa non solo con tratti e colori, ma anche attraverso la materia è un invito ad entrare nell’atmosfera del quadro” Milton Hebald, scultore statunitense
“Cultura figurativa e visione del futuro sono oggi i poli che fanno risuonare il diapason di artisti che lavorano anche all’interno della cornice ideale della rappresentazione figurativa, come in questo caso Cristiano Guitarrini, dove emerge una sintesi caratteristica e irrevocabile tra la tradizione pittorica e nuovi linguaggi espressivi” Alessandro Kokocinski, pittore, scultore e scenografo italiano di origini polacche.