Parla il presidente della riuscita manifestazione andata in scena a Bracciano
Con l’autunno alle porte è tempo dei primi maglioni, dei caminetti accesi, un buon bicchiere di vino accompagnato alle castagne e soprattutto è tempo dei funghi, la prelibatezza per eccellenza, il più ricercato dei sapori che ben si declina con la pasta, la carne ma anche da solo. Migliaia di ricercatori, armati di canestro, bastone e pazienza, si addentrano nei boschi di castagni e di querce alla ricerca di questi miceti dai nomi latini e dai colori più disparati. Porcini, galletti, ovuli, pioppini, sono tante le specie commestibili, altrettante sono quelle tossiche, per cui si rende indispensabile la conoscenza. Quello di Bracciano è un appuntamento fisso per appassionati e neofiti di funghi, con cui accrescere le proprie conoscenze, soddisfare le proprie curiosità ma anche i palati, potendone assaporare le diverse declinazioni di gusto nelle differenti variazioni culinarie. Parola d’ordine: prodotto locale. Aristide Appolloni, presidente dell’associazione che da anni rinnova questo evento che vede crescere il numero di avventori di edizione in edizione, approfondisce la questione.
«La sagra è andata molto bene – racconta – come ci aspettavamo che andasse vista la crescente affluenza degli anni precedenti. Si è svolta nell’ultimo fine settimana di settembre e nel primo di ottobre, il sabato sera la cena e la domenica sia il pranzo che la cena. La più grande aspettativa che ci ha accompagnato durante tutte le fasi di preparazione della sagra è stata quella di vedere aumentato l’afflusso delle persone; questo sarebbe stato per noi il segno evidente del gradimento degli intervenuti, che, piacevolmente sorpresi dallo scorso anno, avrebbero avuto la curiosità di tornare ancora a Bracciano. Dal punto di vista organizzativo e di programma, l’obiettivo era quello di unire alla degustazione dei funghi un mercatino di prodotti artigianali e di prodotti agroalimentari locali dislocato nel centro storico. Un cibo di qualità, insomma, proveniente direttamente dalle mani del produttore. Volevamo offrire qualcosa in più ai presenti, qualcosa che potessero portarsi a casa e che potesse dare un colore diverso alla sagra, motivo per il quale abbiamo inserito nelle diverse giornate degli interventi musicali che si sono susseguiti in piazza. Il risultato che abbiamo raggiunto in questa edizione ci dà una forza diversa nel pensare già al futuro e funge da stimolo per ricercare qualcosa di sempre più particolare, che possa suggestionare e dare qualcosa di nuovo alle persone. L’interesse del Rione Monti e del Gemal è quello di offrire nei prossimi anni un cibo di qualità sempre superiore e di soddisfare le esigenze e il palato di chi sceglierà di partecipare alla sagra. Siamo assolutamente disposti ad accogliere positivamente qualsiasi tipo di proposta o suggerimento proveniente dalla cittadinanza, cercando di soddisfare principalmente le aspettative dei cittadini e delle persone. Rispetto agli anni precedenti c’è stato un aumento di interesse, come dimostra la voce stessa delle persone che abbiamo contattato e intervistato mentre facevano la fila in attesa di mangiare qualcosa; si sono dichiarate soddisfatte e hanno sottolineato il grande pregio del prodotto da noi offerto».
Ludovica Di Pietrantonio