La ricorrenza del 25 novembre contro la violenza sulle donne, ritengo che debba essere per gli uomini una giornata di profonda e vera riflessione sulle ragioni che sottendono la violenza.
Sappiamo tutti che le cause possono essere tante e complesse, ma non giustificano mai l’atto criminoso.
Un tempo le virtù teologali erano una preziosa guida (fede, speranza, carità), oggi sono dimenticate.
Eppure, aiutano la volontà ad avere un agire morale e a trovare la strada delle relazioni condivise.
Il mio pensiero, non pretende di essere esaustivo, né condiviso né risolutivo, ha il solo fine di testimoniare a coloro che vorranno leggere questa pagina de L’agone che la vita è sacra per tutti e che ognuno è solo portatore e custode della propria, non è il padrone della vita.
E se quindi non siamo padroni della nostra come si può pretendere di essere i padroni della vita degli altri.
Alcuni adducono alla caoticità del vivere quotidiano che scompensa l’equilibrio psicofisico dell’individuo, da farne una bestia.
Non sono convinto perché la ragione umana dimostra di saper discernere tra il bene e il male, e per natura tende al bene, cosa che l’animale non è in grado di fare.
Entrando in punta di piedi nel tema oserei “differenziarmi” dai tanti professionisti della materia dotati di preparazione specifica, per dire che parallelamente alla prevenzione e all’assistenza che viene messa in atto a tutela delle donne e contro la violenza di ogni genere, c’è bisogno di credere che manchi, e non se ne avverte il bisogno, l’urgente programma di “formazione umanitaria” indirizzato a tutti, grandi e piccini.
Insegnare ai bambini la non violenza e prevenirne ogni forma è cosa buona, giusta e opportuna, ma abbiamo anche un presente da tutelare: le famiglie e le generazioni di adulti che non sanno ancora il perché sono al mondo e qual è il senso della vita.
È forte l’ espressione, ma cosa ancora deve succedere di grave per comprendere che la società così come oggi la viviamo è malata, è allo sbando, priva di educazione civica, di diritti, di figure di riferimento, di valori, in balia di guerre vicine e lontane e di criminalità di ogni sorta.
Il sentito dire che “il mondo è cambiato” non vuole e non deve essere contro le tecnologie, ii progresso, il benessere, anzi dobbiamo sempre progredire a vantaggio dell’umanità.
Il problema è il libertinaggio prepotente e impunito, nell’assenza di regole di convivenza, nei ruoli, nel rispetto reciproco, nel linguaggio, nel non credere più nel futuro e nell’aver perso la speranza.
Se, per esempio, la famiglia classica è superata, perché patriarcale, bigotta, inadeguata, è giusto che oggi ci siano forme nuove, ma quello che manca è che nulla è regolamentato, siamo cellule vaganti, come canne sbattute dal vento nel deserto che avanza.
È urgente passare dalle parole ai fatti, darsi un piano dettagliato di regole chiare da applicare con rigore, in primis agli adulti, norme trasparenti e apartitiche con un dettagliato programma di formazione per tutti e una rete di controlli per la difesa dei valori se si vuole e si crede che la violenza è un danno.
Democrazia è partecipazione responsabile, del proprio e dell’altrui comportamento, è salvaguardare i diritti e i doveri nella buona e nella cattiva sorte.
Non credo e non auspico dittature vorrei una società che sapesse convivere, coabitare e difendere la pace e la giustizia.
Difendo la Repubblica e vorrei che tutti lavorassimo per una società più a misura d’uomo perché su questa Terra siamo accomunati dalla stessa umanità.
L’articolo dà l’impressione che esuli in parte dal contesto odierno, al contrario afferma che un Mondo migliore è possibile e si auspica un diverso modo di agire nella società, una vera educazione alla vita per tentare di eliminare la violenza dalla mente umana, se si vuole eliminare la violenza contro le donne.
Un sogno che mira alla eutopia.
Certo, un percorso difficile se ci lasciamo guidare da uomini come Elon Mush che, pur meritevole per la creatività e la ricerca tecnologica, dall’alto del suo impero economico, si arroga il potere di vita e di morte del genere umano. Grazie per aver letto.
Franco Marzo
Redattore L’agone nuovo