“Signor Censore da chi ricevi le istruzioni per compilare gli elenchi dei cattivi e buoni” cantava Edoardo Bennato nel 1975, criticando, con ironia, chi amava censurare, e noi eravamo tutti con lui e cantavamo le sue invettive contro chi “passa il tempo a cancellare le frasi sconce e qualche nudo un po’ volgare” tanto per citare ancora il cantautore napoletano. È passato molto tempo da quel triste periodo in cui qualcuno cambiava intere frasi delle canzoni per trasformarle in “presentabili”, in cui non ci hanno permesso di poter sentire Fabrizio De Andrè cantare “quella che di giorno chiami con disprezzo specie di troia” oppure Mina cantare “l’importante è venire”, o Lucio Dalla cantare a Sanremo “ e ancora adesso che bestemmio e bevo vino, per ladri e puttane sono Gesù Bambino”, o Gianni Morandi senza la frase “ di aver visto cadere la gioventù nel Vietnam” oppure Roberto Vecchioni cantare “parli di sesso, di coiti anali, fatti pagare, fatti valere, più lecchi il culo e più ti dicono di sì”. Un triste periodo in cui quando era impossibile modificare le canzoni, i loro interpreti non venivano nemmeno “presentati” come il Francesco Guccini di “e un cazzo in culo e accuse d’arrivismo, dubbi di qualunquismo son quello che ci resta” oppure il Lucio Battisti di “Dio mio no, dimmi solo che verrà!” o il Vasco Rossi di “ è andata a casa con il negro la troia… io, prima o poi, lo uccido” o ancora il Lucio Dalla di “sono molto preoccupato, il silenzio mi ingrossava la cappella”. Oggi, fortunatamente tutto questo non accade più, la libera espressione è garantita e tutelata poi è arrivato il concerto di Capodanno, non del 1975 ma del 2025… lo dico con il massimo rispetto ma c’è qualcosa che non mi piace, soprattutto la reazione di chi nel 1975 amava i testi dell’ironico cantante napoletano nella speranza di cambiare il mondo.
Lorenzo Avincola