26 Dicembre, 2024
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In altre parole

Il lessico ha la sua importanza e usarlo a sproposito non è pedagogico. Le parole hanno un significato e un valore. E l’articolo “I buoni e i cattivi” del 23 dicembre ha contenuti discutibili. Personalmente ritengo che il “rispetto” dell’altro debba essere alla  base del vivere civile.

Gli autori citati nel brano sono bravi e hanno successo, ma non sono i detentori delle “verità” in assoluto. Sono cantanti stimati e apprezzati, non certamente per le frasi riportate, ma per altri meriti.

Le battaglie che le donne, da anni, conducono per riscattarsi da un mondo “infame” ci obbliga a cambiare comportamenti, stili e linguaggi, nei loro confronti. Se un linguaggio licenzioso è tollerato in privato, non è consentito in pubblico, perché, è vero che siamo tutti umani, ma siamo diversi e distinti, non uguali.  È ciò che penso!

Sul tema, riporto integralmente quanto ha scritto Guendalina Middei, autrice di diversi saggi pubblicati da Feltrinelli.

“Negli ultimi giorni non si parla d’altro che di Tony Effe e delle sue canzoni! Io ne ho lette e sentite di tutti i colori, ma c’è una cosa che voglio dirvi! Vedete, il problema non è tanto perché Tony Effe sia stato o non sia stato invitato al concerto del capodanno di Roma, ma il vero problema è un altro. Tanto per darvi un’idea, questo è il testo di una delle sue canzoni più famose: «Lei la comando con un joystick / Non mi piace quando parla troppo / Le tappo la bocca e me la f… Volano schiaffi da ogni parte (…) Sono Tony, non ti guardo nemmeno / Mi dici che sono un tipo violento/ Però vieni solo quando ti meno.» Ecco, questo è uno dei cantanti più apprezzati degli ultimi tempi! Tony Effe viene ascoltato ogni mese da ben 4 milioni di persone, su Youtube ne raggiunge anche il doppio. E allora mi dispiace dirlo, ma non è Tony Effe il problema! Perché se questi testi ottengono milioni e milioni di ascolti e di visualizzazioni, qualche domanda bisognerebbe iniziare a farsela! Il vero problema di oggi si chiama “anaffettività”. Si chiama cinismo. Si chiama assenza di emozioni. L’incapacità di provare, comprendere, dar voce e riconoscere le proprie emozioni! Addirittura Jovanotti ha paragonato Tony Effe a Mozart. Ecco, è proprio questo il punto: in una società che chiama arte una banana appiccicata con del nastro adesivo al muro, non sono soltanto le idee e le emozioni che mancano, sono proprio i cervelli che hanno raggiunto il capolinea. Nella società del nulla, avanza il nulla… le canzoni sono imbevute di violenza e di frasi volgari per coprire il nulla che sono! Ed io che sono cresciuta ascoltando De Andre, Guccini, Cocciante, Battisti, mi domando: ma che diavolo è successo alle persone?…Che dire, forse Cattelan su una cosa almeno aveva ragione: siamo alla frutta”.

Oggi più di ieri, in pieno progresso tecnologico, il mondo sta cambiando in meglio per alcuni aspetti e in peggio per altri, verso una società che se non gestita, con umani e sani principi di convivenza, rischia di precipitare nel baratro dell’immoralità e dell’anarchia.

Domandiamoci se il bullismo, i femminicidi e tutti gli atti di violenza non siano anche il risultato di comportamenti e linguaggi inappropriati e diseducativi in famiglia e fuori, in privato e in pubblico. Il futuro lo stiamo scrivendo noi oggi, perciò dipende da  noi se vogliamo che sia migliore per i nostri figli e nipoti.
Buon Natale e grazie per l’attenzione.
Franco Marzo

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