Celebrando la giornata internazionale della donna, non possiamo non ricordare Oriana Fallaci, una donna straordinaria che ha incarnato forza, libertà e coraggio con una passione fuori dal comune. Non fu solo una giornalista, ma un simbolo di indipendenza e ribellione, una voce potente che non si piegò mai davanti ai potenti. Scrivere di lei in questa giornata significa rendere omaggio a chi ha lottato per la verità e la libertà di espressione, valori essenziali per il progresso e la dignità delle donne nel mondo.
Nata a Firenze nel 1929, Oriana Fallaci visse fin da giovane un’esistenza segnata dal coraggio. La sua adolescenza fu attraversata dall’esperienza della Resistenza, durante la quale la sua famiglia si oppose attivamente al regime fascista. Questa esperienza segnò profondamente il suo carattere e la sua visione del mondo, rendendola intollerante a qualsiasi forma di oppressione e censura.
La sua carriera giornalistica inizia negli anni ’50, ma fu negli anni ’60 e ’70 che divenne una delle più influenti reporter di guerra al mondo. Dalla guerra in Vietnam alle rivoluzioni in Medio Oriente, Oriana raccontò il mondo senza filtri, con una scrittura incisiva, diretta e profondamente empatica. Non si limitò a osservare gli eventi da lontano: si immerse nelle situazioni più pericolose, testimoniando gli orrori della guerra e dando voce a chi non l’aveva. Fu una delle prime donne a coprire il conflitto vietnamita dal fronte, dimostrando un coraggio che in quegli anni era considerato quasi esclusivamente prerogativa maschile.
Celebri sono rimaste le sue interviste a grandi personalità della politica internazionale: da Indira Gandhi a Muammar Gheddafi, da Henry Kissinger a Yasser Arafat. Con uno stile unico, Oriana non si accontentava di risposte di circostanza, ma incalzava i suoi interlocutori con domande scomode e dirette, mostrando una capacità di analisi fuori dal comune. Kissinger la definì “il peggior incubo della sua carriera”, segno della sua capacità di mettere a nudo anche i più potenti.
Ma Oriana Fallaci fu anche una scrittrice straordinaria, capace di affrontare temi universali con una sensibilità unica. Lettera a un bambino mai nato, Un uomo e Insciallah sono capolavori che parlano di amore, dolore, libertà e lotta. Attraverso la sua scrittura, ha saputo raccontare la condizione umana con profondità, scavando dentro le emozioni più autentiche.
La sua voce rimase sempre libera, anche quando le sue posizioni risultarono scomode. Oriana fu una donna che non accettò mai compromessi, pagandone spesso il prezzo con critiche feroci e isolamento. Ma la sua lezione resta viva: il coraggio di difendere le proprie idee, la forza di non piegarsi, la determinazione a cercare la verità anche quando fa paura.
Ricordare Oriana Fallaci oggi significa riaffermare il valore dell’indipendenza e del pensiero critico. Significa riconoscere il ruolo delle donne che, come lei, hanno combattuto per farsi ascoltare in un mondo che spesso cercava di zittirle. In un’epoca in cui la libertà di espressione è ancora minacciata, la sua figura rappresenta un monito e un’ispirazione per tutte le donne che vogliono vivere senza paura, con la schiena dritta e la voce alta.
L’8 marzo non è solo una ricorrenza, ma un’occasione per riflettere su quanto ancora ci sia da fare per la parità e per la libertà. E Oriana Fallaci, con la sua vita e il suo esempio, ci ricorda che ogni donna ha il diritto e il dovere di far sentire la propria voce. Perché la libertà non è mai scontata, e va difesa ogni giorno, con la parola, con il pensiero e con il coraggio.
Paola Forte
Redattrice L’agone