Prima la Puglia, seconda la Campania, terza la Sicilia: è il podio’ olimpionico’ delle regioni per quanto riguarda i “superdiplomati” con 100 e lode agli Esami di Stato del 2016. Il Lazio si colloca al quarto posto. A rendere nota la classifica, con moltissimi altri dati da oggi allo studio di esperti analisti – pedagoghi o semplici curiosi, il Ministero della Pubblica Istruzione, che il 10 agosto ha diramato un comunicato stampa con tutti i numeri delle prove di fine ciclo per le Scuole Secondarie di I e II grado. Il quadro che emerge è da ottimismo panglossiano: tendenza al rialzo per quasi ogni indicatore. Per le Scuole Medie Inferiori cresce, seppure di poco, la percentuale degli ammessi all’Esame (dal 97,2% al 97,6%), mentre rimane stabile il numero degli studenti che hanno poi superato le prove: 99,8%. Aumentano gli ammessi alla classe successiva: 97,4% rispetto al 96,9% del 2015. Per quanto riguarda le Scuole Superiori, le performance sono ancora più lusinghiere già a partire dai dati relativi agli scrutini di fine anno, che vedono diminuire rispetto al 2015 il numero dei bocciati (dal 9% del 2015 al 7,7%) e degli studenti con giudizio sospeso (dal 25% del 2015 al 23,2%).
Altissima la percentuale di ammessi agli Esami di Stato: il 96% degli alunni di Quinta. Il 99,5% dei maturandi ha ottenuto la promozione (era il 99,4% nel 2015). Più “maturi” e più bravi: cresce anche il numero di studenti con un voto superiore ai 70 centesimi (dal 62,2% al 63,1%). I 100 aumentano, passando dal 4,9% al 5,1%. Diminuiscono i voti più bassi. In leggera crescita anche i diplomati con lode: sono l’1,1%, rispetto allo 0,9% dell’anno scorso.
Ma una scuola che promuove di più e con voti più alti è indice di una migliore prassi educativa, che raggiunge con maggiore facilità l’ambito traguardo del successo formativo o piuttosto di una scarsa selettività, che mostrerà tutti i suoi limiti quando i “maturi” del 2016 verranno messi alla prova dal mercato del lavoro o dal percorso universitario? Difficile a dirsi. Continua a colpire, tuttavia, nel profluvio di dati emanati dal MIUR, la doppia marcia del sistema scolastico italiano, storicamente afflitto dal divario fra Licei e Istituti Tecnico-Professionali. Sebbene anche in questi ultimi si sia registrato un aumento dei 100 e dei voti sopra il 70, a preoccupare sono i dati comparati relativi ai bocciati: il 12,4% negli Istituti Professionali, il 9,8% nei Tecnici, il 4,3% nei Licei, percentuali comunque tutte in calo rispetto al 2015.
Diminuiscono anche gli studenti con giudizio sospeso, ma con modalità che fotografano di nuovo la distanza fra due mondi: dal 25% del 2015 al 23,2% di quest’anno gli allievi “rimandati” a Settembre, concentrati maggiormente negli Istituti Tecnici (27,3%%), seguiti da Professionali (25,4%) e Licei (19,6%).
“Sono realtà che conosciamo perfettamente. – ha sottolineato la Vicepreside dell’Istituto Professionale Alberghiero di Ladispoli Lucia Lolli – Nella nostra scuola, la maggior parte degli studenti (il 65%) è uscita con un voto superiore al 70, un dato che rispecchia la media nazionale, anzi la supera, e che dimostra una rispondenza soddisfacente alle molteplici e diversificate strategie didattiche che qualificano la nostra offerta formativa. E’ vero che sono stati pochi gli allievi con 100 e nessuno con 100 e lode, ma lavoriamo in contesti difficili e giudichiamo senza dubbio più importante l’alta percentuale di voti superiori al 70: indice di conoscenze e competenze di buon livello che riescono ad essere “pervasive” e proprio perché più largamente diffuse nella popolazione studentesca, sono in grado di lasciare un’impronta significativa nel tessuto sociale. In ogni caso, l’Esame di Stato andrebbe modificato. Solo per fare un esempio: il Ministero continua a proporre ai nostri studenti prove di analisi del testo letterario identiche a quelle di un allievo di un Liceo Classico. Non si tratta di pensare a scuole di serie A e di serie B, ma di rispettare più fedelmente il percorso formativo di tutti gli alunni, nelle loro diversità e specificità. Non ha senso poi – ha proseguito la Prof.ssa Lolli – continuare con commissioni miste, che vedono non raramente sorgere conflitti fra membri esterni ed interni e non riescono spesso ad assicurare né l’obiettività del giudizio, né l’efficace “gestione emotiva” e “didattica” delle prove. Aspettiamo con ansia che la “Buona Scuola” si occupi presto anche della riforma dell’Esame di Stato. Se ne parla da tempo. E’ giunto il momento di intervenire”.