22 Novembre, 2024
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Pensioni, da febbraio pagamento al primo giorno “bancabile” del mese

Doppia mossa sulle pensioni. Viene anticipato per tutti il pagamento, quest’anno, al primo giorno “bancabile del mese” (il primo giorno lavorativo che per le Poste è anche il sabato, ma per le banche non sempre). La regola entra in vigore da febbraio, mentre per questo mese il pagamento degli assegni avverrà ancora il secondo giorno “bancabile “ del mese: cioè oggi, martedì 3 gennaio.

È una misura che semplifica le procedure per il ministero del Tesoro e dovrebbe rendere più veloci i pagamenti, spiegano all’Inps. È stata appena introdotta con il decreto Milleproroghe dopo che, con la norma 65/2015, erano già state unificate le date di pagamento di tutti gli assegni (Inps, Inpdap ed Enpals). Però allo stesso tempo, confermano fonti dell’Istituto di previdenza nazionale, verrà trattenuto lo 0,1% delle pensioni annue, proprio da febbraio e per quattro mesi, a tutti i pensionati, a titolo di restituzione per la differenza fra l’inflazione programmata (0,3%) e quella consuntiva (0,2%) nel 2015. Quell’anno, insomma, sono state erogate cifre per le pensioni superiori dello 0,1% a quanto effettivamente dovuto. Da qui, ora, il rimborso della differenza richiesto ai pensionati.

L’Inps sottolinea che si tratta comunque di importi molto bassi: per una pensione di 1.000 euro al mese, per esempio, l’importo da restituire è di un euro (lo 0,1%, appunto) che diventano circa 13 euro su tutto l’anno.

La modifica alla legge

I pagamenti al “primo giorno bancabile” nascono dal decreto Milleproroghe che, firmato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo scorso 31 dicembre, ha modificato l’articolo 6 del decreto legge 65/2015, convertito con legge 109/2015, che ha unificato le date di pagamento delle prestazioni Inps, Inpdap ed Enpals. In base a tale modifica, fortemente richiesta dall’Inps, viene ripristinato per l’anno 2017 il pagamento al primo giorno bancabile del mese, con l’unica eccezione per la rata di gennaio. Fino al 2016 il pagamento avveniva il secondo giorno bancabile del mese per tutte le prestazioni pensionistiche, che già erano state unificate per essere erogate lo stesso giorno (prima le pensioni ex Enpas venivano pagate il 10 del mese e le ex Inpdap il 16) con il decreto 65/2015.

La richiesta di “restituzione” dello 0,1% dell’assegno pensionistico a titolo di “risarcimento” per il 2015 è ritenuta però dai sindacati “una tegola per i pensionati italiani”. Lo sottolinea lo Spi-Cgil, che usa il condizionale parlando del provvedimento sulla rivalutazione e sottolinea come nel decreto Milleproroghe non ci sia l’intervento con cui si doveva risolvere la questione. «In questo modo – sottolinea il sindacato dei pensionati della Cgil – tutte le pensioni avranno una perdita di valore. Nel caso di una pensione al minimo la perdita sarà di 6,50 euro all’anno e di 13 euro per una da 1.000 euro. Cifre che possono sembrare di poco conto ma che incidono in particolare sulle pensioni basse per le quali qualche euro in più o in meno al mese fa la differenza».

«Lo scorso anno – prosegue la nota dello Spi – il governo intervenne rimandando questa restituzione a quando l’economia fosse effettivamente in ripresa neutralizzandone così gli effetti negativi. Anche quest’anno il governo si era reso disponibile ad intraprendere la stessa strada ma per ora non lo ha fatto». Lo Spi-Cgil chiede pertanto al ministro Poletti di «intervenire urgentemente per evitare che si penalizzino ancora una volta milioni di pensionati italiani».

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