1 Settembre, 2024
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“Scontro di (in)civiltà per una cartaccia dopo i festeggiamenti di laurea” lettera di una lettrice

Riceviamo e pubblichiamo:

“Lo scorso giovedì 23 novembre si è tenuta una delle due sessioni di laurea annuali della Facoltà di Scienze Infermieristiche dell’Università Sapienza, il cui distaccamento si trova a Bracciano. Questo distaccamento è frequentato da studenti provenienti da Bracciano e dintorni e da tutto il Centro-Sud Italia. Rappresenta insomma uno dei punti di orgoglio della città. Giovedì si è tenuta la sessione autunnale in cui circa 60 tra ragazzi e ragazze sono stati nominati Dottori in Infermieristica. 60 ragazzi. Si è iniziato alle 8 e si è concluso alle 19. Il tutto nelle nuove strutture dell’Ospedale Vecchio. Il piccolo piazzale era pieno di parenti ed amici.

Dopo un’attesa durata tante ore si è festeggiato: i vari gruppi hanno stappato una bottiglia di spumante in onore del neo Dottore. Qualcuno aveva portato degli stuzzichini. Ma ovviamente nessuno è rimasto veramente a festeggiare e far serata nel deserto e ghiacciato parcheggio di fronte all’Ospedale Vecchio! Comunque, alcune persone hanno portato via bottiglie e bicchieri nella busta con cui li avevano portati. Qualcuno, purtroppo, no. I pochi, piccoli secchi di ghisa erano straripanti e per terra erano rimasti bicchieri e cartacce.

Come facciamo a saperlo? Lo sappiamo perché un cittadino si è premurato di fare un video dello “scempio” definendo i ragazzi che avevano lasciato in giro l’immondizia con degli appellativi dispregiativi. Il video ovviamente è diventato virale nel giro di pochissime ore. E così, per combattere l’inciviltà di chi non aveva avuto rispetto e raccolto la propria immondizia, è partita una gara di inciviltà tra tutti gli onesti cittadini indignati che hanno riempito il post di insulti generici e gratuiti e arrivando alla minaccia scrivendo frasi tipo “tanto li troviamo i nominativi di questi e li ripeschiamo”.

I neo Dottori sono venuti a sapere della cosa e quelli che avevano lasciato sporco si sono scusati pubblicamente sul post ed in privato con il cittadino che per primo aveva postato il video. A questo punto il cittadino ha rimosso il video e pubblicato gli screenshot con i messaggi di scuse dei ragazzi, chiedendo inoltre ai suoi amici su Facebook di fare altrettanto e cancellare il video che avevano condiviso più e più volte, sempre con lo stesso strascico di penosi insulti. Ma ormai il danno è fatto. Dei ragazzi, dopo anni di studio e sacrifici, si sono lasciati andare all’euforia dei festeggiamenti e alcuni di loro hanno tenuto un atteggiamento incivile non pulendo dove avevano sporcato. In seguito a ciò, un gruppo di cittadini benintenzionati si sono scagliati contro di loro (contro tutti loro, senza distinzioni) come un branco di iene inferocite, insultandoli e minacciandoli. E questo dovrebbe essere considerato un comportamento civile, o d’esempio alle nuove generazioni?

I ragazzi avrebbero dovuto comportarsi più civilmente per strada. I leoni da tastiera dovrebbero comportarsi in maniera più civile sui social. Per colpire alcuni ragazzi meno civili di altri, la massa è riuscita ad avvelenare a tutti i neo laureati quello che doveva essere un momento di gioia.

I 60 ragazzi che si sono laureati giovedì scorso saranno gli infermieri che si prenderanno cura di voi quando nei prossimi mesi, anni, andrete all’ospedale; e voi vi siete permessi di giudicarli tutti in massa per un singolo evento, senza fare distinzioni, senza conoscerli, senza sapere come si comportano nella vita e sul lavoro questi ragazzi. Vi siete eretti a giudice e giuria e li avete condannati senza prima ascoltarli e senza appello. Se la vostra è la generazione che tiene alta la fiaccola del vivere civile allora siamo veramente in un mare di guai.

Spero solo che eventi simili non si ripetano più, ma sono sicura che non sarà così; la rete da voce sia alla legittima indignazione degli onesti cittadini, sia alla frustrazione dei tanti, troppi leoni da tastiera che, protetti dallo schermo, danno sfogo a tutta la loro rabbia repressa contro l’obiettivo che gli indica il capobranco, non importa quale sia”.

M.G.

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