Anche quest’anno gli studenti dell’Alberghiero di Ladispoli hanno visitato le “Cantine Giorgio Lungarotti
SpA” di Torgiano. Giovedì 5 dicembre gli allievi dell’Istituto Professionale di via Federici, accompagnati
dai docenti Renato Michele Comito, Rita Colucci e Federica Sbrana, hanno attraversato la campagna
umbra per raggiungere una delle più conosciute e importanti capitali italiane del vino.
Torgiano, capitale del vino
Antico castrum sorto in epoca romana, Torgiano lega le sue origini alla leggenda del dio bifronte Giano, cui è
dedicato l’antico torrione duecentesco (denominato appunto “Torre di Giano”) che svetta sopra i tetti del borgo.
Antesignana dell’enoturismo in Italia, la famiglia Lungarotti ha basato il proprio successo sulla dedizione al
territorio, sulla passione, sulla salvaguardia dell’ambiente, sul rispetto delle tradizioni, sulla promozione dell’arte e
della cultura. Due le tenute da cui provengono i vini delle Cantine: quella di Torgiano e quella di Montefalco.
Il territorio è inserito nella ‘Strada dei vini del Cantico’ (una delle quattro presenti in Umbria), che va da Todi ad
Assisi. In origine era il Rubesco, il rinomato vino rosso di Torgiano. Correva l’anno 1962. – ha spiegato agli
studenti Renzo Scilingo, consulente della “Giorgio Lungarotti” – Da poco tempo Giorgio Lungarotti aveva
deciso di dare una svolta imprenditoriale all’attività agricola della sua famiglia. Nel ’64 si cominciò con la
vendemmia di Rubesco Riserva, fu poi la volta del bianco Torre di Giano e nel 1968 arrivò la prima D.O.C.
dell’Umbria. Nel ’69 iniziano le esportazioni a Francoforte, in Inghilterra e quindi nel resto del mondo (oggi su
2.400.000 bottiglie prodotte ogni anno, il 50% è destinato all’export in 47 mercati esteri).
Ma Lungarotti significa anche e soprattutto cultura. Nel 1974 si aprono le porte del MUVIT, uno dei più famosi musei enologici italiani, realizzato sempre a Torgiano, all’interno del secentesco Palazzo Graziani-Baglioni, grazie alla passione per l’arte di Maria Grazia Marchetti.
La visita
Ad accogliere e a guidare gli allievi dell’Istituto Alberghiero all’interno delle venti sale del Museo, è stato Lorenzo Lepri. Nel 1987, giusto trent’anni fa, Maria Grazia Marchetti divenne l’animatrice e la direttrice della ‘Fondazione Lungarotti onlus’: un omaggio ai valori antichi, ai saperi e al fascino della cultura agricola, un tributo alla millenaria civiltà del vino e dell’olio. Il New York Times ha definito il MUVIT il miglior museo del vino in Italia, per la qualità e la ricchezza delle sue collezioni artistiche. Non a caso, come riconoscimento della straordinaria capacità da parte della Fondazione Lungarotti di valorizzare e promuovere le eccellenze del territorio, il 23 novembre scorso è arrivato il premio speciale per la piccola e media impresa dei Corporate Art Awards, assegnato al Mibact dal Ministro Dario Franceschini.
“E’ un riconoscimento importante che sottolinea l’impegno e lo sforzo della famiglia Lungarotti a sostegno della
cultura e della promozione della conoscenza della civiltà mediterranea” – ha dichiarato Maria Grazia Marchetti.
Ma al culto della tradizione e della storia, si aggiunge presto la ricerca. Nuove tecniche agronomiche, progetti-pilota realizzati in collaborazione con l’Università di Perugia e con il Ministero delle Politiche Agricole, laboratori, sperimentazioni in vigna e in cantina: tutto nel rispetto più assoluto dell’ambiente e della biodiversità del suolo. Ma nel 2000 nasce anche il M.O.O. (Museo dell’Olivo e dell’Olio), dedicato al prodotto-simbolo dell’alimentazione mediterranea e ospitato nei locali che furono un tempo quelli di un frantoio, attivo fino a pochi decenni fa.
L’anno successivo l’attività delle Cantine Lungarotti trova un nuovo polo a Montefalco: 20 ettari di terreno
impiantati con vitigni di Sagrantino.
Ma Torgiano vuol dire anche qualità ed eccellenza nel settore dell’enoturismo: degustazioni, visite, passeggiate fra
i vigneti e gli oliveti, fattorie didattiche, open day: questi gli ingredienti di una cultura dell’ospitalità e
dell’accoglienza che si nutre di impegno, passione e professionalità. C’è poi la Foodie’ s Academy, il Centro di
formazione realizzato da Chiara Lungarotti nel 2011 con la collaborazione di Alma, la prestigiosa Scuola
Internazionale di Cucina diretta da Gualtiero Marchesi . “Amiamo la nostra regione, la terra e lo spirito umbro. Qui
sono le nostre radici. Abbiamo sempre fatto della qualità il nostro obiettivo, – hanno sottolineato più volte Chiara e
Teresa Lungarotti, le due sorelle alla guida dell’azienda – in un percorso lungo e impegnativo che non ammette
distrazioni: parte dalla vigna e arriva sulla tavola”.
“Non è la prima volta che veniamo in visita con le classi alle Cantine Lungarotti – ha dichiarato il Prof.
Michele Comito, Docente di Sala dell’Istituto Alberghiero di Ladispoli – e gli studenti partecipano sempre
con estremo interesse a questa iniziativa. Si tratta di un’esperienza didattica straordinaria – ha continuato
il Prof. Comito – in quanto le Cantine Lungarotti sono all’avanguardia in Italia e nel mondo, basti pensare
che per la produzione dello spumante Giorgio Lungarotti è stato tra i primi ad introdurre in Italia il metodo
Champenoise. Ciò che ci colpisce, ogni volta che veniamo a Torgiano, è la straordinaria capacità della
famiglia Lungarotti di trovare l’equilibrio perfetto fra tradizione e innovazione”. E non c’è dubbio sul fatto che alla base di questa sintesi si trovi la passione profonda per la propria terra, di cui i vini Lungarotti continuano a celebrare, in tutto il mondo, la grandezza e la bellezza.